Arrestato baby pusher: gestiva vasto giro di eroina in pieno centro a Soresina
Una brutta storia di spaccio, quella ricostruita dai Carabinieri di Soresina, coordinati dalla compagnia di Cremona, agli ordini del maggiore Rocco Papaleo, attraverso un’indagine che vede coinvolto un minorenne di 17 anni nato a Crema e residente a Izano e la sua compagna, una trentenne di Soresina. Il ragazzo, arrestato lo scorso 22 giugno e trasferito in una comunità fuori provincia, era sotto la lente dei carabinieri da novembre 2019 e le sue mosse sono state documentate fino a febbraio di quest’anno, appena prima che scattasse il lockdown.
Le indagini hanno consentito di sorprendere il giovane in via Marconi di fronte al Municipio di Soresina mentre era intento a spacciare eroina. Sottoposto a perquisizione personale veniva trovato in possesso della somma in denaro contante di 340 euro e di un telefono cellulare contenente messaggi dal contenuto palesemente indiziario circa un florido smercio di stupefacenti. Nel corso dei servizi venivano quindi identificati e segnalati alla competente autorità amministrativa quali assuntori sostanza stupefacente e acquirenti del 17enne, diversi soggetti di età compresa tra i 55 e i 17 anni. Clientela che è risultata rifornirsi dal giovane provenendo da Soresina (CR), Pizzighettone (CR), Casalmorano (CR), Cremona (CR), Casalbuttano ed Uniti (CR), Annico (CR), Maleo (LO), Casalpusterlengo (LO), Montodine (CR), Castelleone (CR) e Pontevico (BS). I clienti sono risultati aver acquistato dal 17enne, nel periodo compreso tra ottobre 2019 e febbraio 2020, quantitativi di sostanza stupefacente del tipo eroina, dietro corrispettivo di euro 50 o 100 euro a dose.
Il giovane pusher, seppur residente a Izano, aveva scelto Soresina, in particolare nel centro storico, quale luogo di spaccio, per la presenza di una trentenne del posto, già nota come tossicodipendente, coin la quale intratteneva una relazione.
Le modalità di spaccio ricostruite dall’Arma rivelano una prassi particolare seguita dai due soggetti (sulla trentenne sono in corso accertamenti per l’ipotesi di concorso nell’attività di spaccio).
L’acquirente, una volta giunto vicino al posto pattuito per lo scambio di droga, chiamava il 17enne sul cellulare facendo squillare il telefono per una o due volte per poi riattaccare senza attendere risposta. Il 17enne faceva la medesima operazione per avvisare l’acquirente che stava per scendere in strada, nel caso fosse stato ancora in casa della compagna. Spesso il minore si presentava alla consegna, mano nella mano con la fidanzata.
Il giovane si avvicinava all’acquirente di turno, tenendo già lo stupefacente nel pugno chiuso e con una stretta di mano a simulare un saluto cedeva la droga ricevendo quantitativo economico pattuito e così avveniva la cessione.
È capitato anche che il minore si recasse agli incontri da solo portando al guinzaglio un cane di razza pitbull o li attendesse seduto in compagnia della ragazza su di una panchina del parco, scambiando effusioni al passaggio delle pattuglie, per non destare il sospetto, specie in orario serale.
Numerosissime le cessioni accertate a clienti abituali e occasionali, quantificati in almeno una trentina di persone. Dopo i primi approcci con la clientela, una volta che erano fissate le quantità di stupefacente ed il corrispettivo in denaro per ogni singolo acquirente, l’ordine di acquisto avveniva mediante l’invio di un messaggio riportante la dicitura: “il solito”.
Considerato il grave quadro complessivo, i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza del GIP del Tribunale per i minorenni di Brescia per il reato di spaccio aggravato e continuato di sostanze stupefacenti, aggravato per tipologia e quantitativi di sostanza, trattandosi di eroina.