Inizio lezioni alle 9 per le superiori, presidi scettici: 'Scuola pronta, ma i trasporti?'
Dopo Sondrio, il dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale Fabio Molinari si confronterà domani mattina in videoconferenza con i presidi delle scuole superiori della provincia di Cremona per trovare una linea comune sulle ultime disposizioni del decreto del 19 ottobre in materia di prevenzione del contagio. Disposizioni che costringono le scuole a ripensare ancora volta il proprio funzionamento, nell’ottica della didattica integrata, ossia di un misto tra lezioni a distanza e in presenza. La parte che ha colto maggiormente di sorpresa la scuola cremonese è quella che riguarda l’ingresso alle 9 anziché alle 8, nell’ottica di evitare l’affollamento sui mezzi di trasporto e differenziare il flussi di chi si muove per lavoro e chi per studio.
Il dirigente del liceo Aselli, Alberto Ferrari, ha espresso subito le proprie valutazioni a studenti e genitori, con una comunicazione pubblicata sul sito della scuola: “Sono stupito della frase ‘modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00’.
La disposizione è cogente e deve essere applicata dal 21 ottobre e fino al 13 novembre.
Il mio parere non conta nulla, ma ve lo comunico perché lo esprimerò, sicuramente insieme ai miei colleghi, nelle sedi opportune e perché credo che possa essere da voi condiviso, senza comunque molta speranza che venga accolto.
La disposizione è del tutto inefficace dal punto di vista sanitario, inutile se non viene modificato il sistema dei trasporti locali (cosa faranno i nostri ragazzi che arrivano alle 7.30 a Cremona), deleteria per la gestione delle famiglie, rende più difficile l’organizzazione degli orari della scuola.
Forse può avere qualche beneficio nelle metropoli, quando alle 8.00 sia i lavoratori che gli studenti utilizzano i mezzi pubblici, ma a Cremona chi lavora usa quasi esclusivamente il treno o l’auto.
Davvero magra consolazione pensare che per il nostro liceo è più semplice rispetto agli istituti che hanno più ore di didattica; noi termineremmo le lezioni alle 13 e alle 14, quando i mezzi di trasporto ci sono”.
Ad esempio, non sarà semplice organizzare il nuovo orario scolastico per la sezione professionale dell’istituto Torriani: “Anche cercando di spalmare le ore su un arco di tempo più ampio – e noi i pomeriggi li facciamo già – la domanda è: dove stanno i ragazzi nella pausa pranzo? Chi li porta avanti e indietro?”, si chiede Roberta Mozzi, dirigente del più numeroso istituto cittadino. L’unico ad avere uno spazio ristoro al proprio interno ma soggetto, in questo periodo, alle regole che riguardano tutti gli esercizi pubblici, quindi con una capienza massima da rispettare e il distanziamento tra un ragazzo e l’altro. “Con la didattica integrata – spiega ancora la dirigente – noi siamo anche al di sotto della soglia dell’80% di ragazzi presenti giornalmente a scuola (è questo il limite massimo di capienza sui mezzi del Tpl e sui treni stabilito dal Cts a livello nazionale, ndr). Iniziare le lezioni alle 9 può andare bene, la scuola è presente, ma al momento sono i trasporti che mancano. Vediamo se domani il direttore dell’Ust ci darà qualche altra informazione”.
Scettico sull’efficacia di una modifica dell’orario scolastico, se poi mancano i mezzi per trasportare gli studenti, e preoccupato da quello che sente raccontare da loro, è il dirigente del liceo Anguissola, Flavio Arpini: “Noi siamo pronti ad accoglierli anche un’ora dopo, il problema è: chi li porta? Con la didattica integrata riusciamo a ridurre anche del 30% la presenza, ma i ragazzi mi dicono che sui bus viaggiano in piedi. Mi chiedo che standard di sicurezza possano essere garantiti in questo modo, anche a prescindere dal Covid. Iniziare le lezioni un’ora dopo mi pare che sposti semplicemente avanti di un’ora il problema”.