Cronaca

Martinotti: processo per omicidi
colposi e truffa, assolto per lesioni

Da sinistra, Martinotti con i suoi avvocati

Dovrà affrontare il processo, Mario Martinotti, 64 anni, di Pavia, ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Cremona, rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare per quattro casi di omicidi colposi e truffa aggravata in concorso con la moglie, anche lei mandata a giudizio. La prima udienza per Martinotti e la moglie Floriana Maggi, 55 anni, dentista di Pavia, assistiti dagli avvocati Carlo Enrico Paliero, di Milano, Luca Curatti, di Cremona, e Vania Cirese, di Roma, è stata fissata al prossimo 3 novembre. L’ex primario è però stato assolto dagli altri due reati contestati, quelli di lesioni volontarie e falso in cartella.

Gli avvocati Palmieri (a sinistra) e Giarrusso

Parti civili si sono già costituite Mauro Tanzini, fratello di Renzo, 51 anni, paziente di Martinotti morto il 15 agosto del 2016, e la moglie e il figlio di Pasquale Dornetti, 78 anni, altro paziente deceduto il 14 luglio del 2017. Mauro Tanzini è rappresentato dall’avvocato Guido Maria Giarrusso, mentre i familiari di Dornetti sono assistiti dal legale Mario Palmieri. A rappresentare l’ospedale di Cremona solo come parte offesa erano presenti gli avvocati Luca Moglia e Giovanni Bellissimo per lo studio legale Pistochini di Milano.

Non si sono costituiti parte civile nemmeno i familiari di Giuseppina Zanardi, 75 anni, operata al pancreas da Martinotti l’11 marzo del 2015 e anche lei deceduta, nè Maria Teresa, 81 anni, per la quale l’ex primario doveva rispondere di lesioni e falso. Il 30 luglio del 2018 all’anziana erano stati asportati circa 20 cm di sigma senza motivo e senza il suo ‘valido consenso’. Secondo l’accusa, Martinotti, per giustificare l’operazione, avrebbe falsificato la cartella clinica, indicando la patologia, ma una Tac e l’esame istologico sul sigma asportato avevano accertato l’assenza della stessa patologia per la quale l’anziana era stata operata. Da quel giorno Maria Teresa vive con un colon indebolito in maniera permanente. Oggi, però, per questi reati, il gup ha dichiarato il non doversi procedere “perché il fatto non sussiste”.

L’ex primario, in pensione dal primo gennaio 2020, andrà invece a giudizio con l’accusa di aver sottoposto 4 pazienti ad operazioni di cui non avrebbero avuto necessità dopo aver effettuato delle diagnosi superficiali. Tutto ciò, per la procura, al fine di ottenere visibilità e prestigio. I fatti contestati vanno dal 2015 al febbraio del 2019. L’indagine, durata due anni, è nata in seguito alle rivelazioni di una fonte confidenziale interna all’ospedale che non condivideva le pratiche operatorie del medico. Durante l’inchiesta sono stati sentiti diversi testimoni, tra cui i medici del reparto.

Contro l’ex primario c’è anche l’accusa di truffa aggravata all’Asst. In concorso con la moglie Floriana, pur avendo un rapporto esclusivo con l’Azienda sanitaria territoriale, pagato con una indennità di 52.577,74 euro lordi, avrebbe costituito ‘fittiziamente’ il poliambulatorio studio medico poli specialistico Clastidium di Voghera. La moglie, ufficialmente rappresentante legale della struttura in cui di fatto esercitava solo il marito, aveva sottoscritto con l’Asst una convenzione con la quale si autorizzava il marito ad esercitare la libera professione presso il poliambulatorio. Per l’accusa, inducendo in errore la stessa Asst sul rispetto del rapporto di esclusività. La truffa sarebbe cominciata il 24 febbraio fino al 31 dicembre 2019, quando il medico si era ritirato.

“Ci aspettavamo che per la truffa, come per le lesioni e il falso, il giudice decidesse il non luogo a procedere,  siamo un pò delusi”, hanno dichiarato al termine dell’udienza i legali di Martinotti e della moglie, gli avvocati Paliero e Curatti. “Siamo però tranquilli: in aula abbiamo documentato tutta l’attività di costituzione dello studio specialistico, così come pure la convenzione con l’ospedale. Ci rendiamo conto che in udienza preliminare è stata affrontata un’operazione complessa, la riproporremo con forza anche in dibattimento”. Gli avvocati della difesa hanno anche spiegato che il gup, accogliendo la loro richiesta, ha dichiarato l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche sull’intero caso, considerando la decisione del giudice un “elemento importante”. “Oggi intanto”, hanno concluso i legali, “sono stati tolti due tasselli infamanti quali erano i reati di lesioni e falso, sbaragliati da una sentenza di non luogo a procedere”.

“Il mio impegno per il bene dei malati è sempre stato totale”, ha sempre dichiarato il medico. “Sto affrontando questa esperienza serenamente perchè la mia forza è la consapevolezza della mia professionalità, e perchè da parte dei miei pazienti, da gran parte della mia equipe, e da tutti coloro che mi conoscono, ho ricevuto tanta solidarietà e vicinanza. Il mio modo di procedere è stato sempre corretto”.

Dai suoi colleghi e dai suoi collaboratori, l’ex primario ha ricevuto una lettera con tutte le firme di coloro che hanno messo in luce “l’altissima professionalità” di Martinotti, la sua “preparazione scientifica” e “una commovente umanità per la salvaguardia esclusiva dell’ammalato”, rimarcando la fiducia nei suoi confronti e ricordando “gli innegabili risultati” raggiunti sul lavoro. “La sua vita da chirurgo”, scrivono i colleghi, “è stata ed è ancora oggi per noi un modello da custodire gelosamente nello scrigno dei ricordi più preziosi a cui poter attingere nel momento del bisogno”.

Sara Pizzorni

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