Cronaca

Martinotti, gli omicidi colposi:
Per un paziente, 16 operazioni

Per la procura, l’ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Cremona Mario Martinotti aveva sottoposto i suoi pazienti ad interventi senza necessità e con diagnosi superficiali. Quattro le persone decedute ed una con lesioni gravi.

C’è il caso di Giuseppina Zanardi, 75 anni, operata al pancreas da Martinotti l’11 marzo del 2015. Per l’accusa, “con grande imprudenza”. Alla paziente, il chirurgo doveva togliere una lesione rilevata dalla Tac il 23 febbraio precedente e da una ecoendoscopia il 27 febbraio successivo. Ma non aveva fatto fare la biopsia per accertare se la natura di quella lesione fosse benigna o maligna. Durante l’intervento, il medico avrebbe cagionato alla paziente una massiva emorragia, causandone il decesso.

Renzo Tanzini, invece, aveva 51 anni, con un tumore al duodeno che aveva già intaccato il pancreas. L’allora primario lo aveva correttamente sottoposto ad un intervento chirurgico, ma secondo l’accusa avrebbe anche effettuato una colectomia totale basandosi esclusivamente su una colonscopia, senza accertare, facendo la biopsia, se una lesione ‘non polipoidale’ rilevata nel colon fosse benigna o maligna. L’8 giugno del 2016, durante l’operazione, era insorta una sofferenza ischemica dell’intestino tenue.

Per la procura, Martinotti aveva fatto fare solo una Tac all’addome senza procedere immediatamente ad un’angiografia che gli avrebbe consentito di verificare la natura e la sede della sofferenza vascolare, e di procedere adeguatamente e in modo tempestivo. Il paziente era stato operato di nuovo, ma solo il giorno dopo, quando il quadro clinico era ormai compromesso. Il 51enne era stato sottoposto ad altri 16 intervenenti chirurgici con i quali gli era stato asportato l’intestino quasi interamente. Tanzini è deceduto il 15 agosto.

Un altro paziente, Pasquale Dornetti, 78 anni, soffriva di tumore al fegato. Per i medici dell’ospedale San Raffaele di Milano, era inoperabile. Non così per Martinotti, che il 30 giugno del 2017 lo aveva sottoposto ad un’operazione chirurgica. Durante l’intervento, però, era sorta una lacerazione della via biliare all’ilo epatico: una complicanza che aveva causato al paziente uno stato settico. Il 10 luglio Dornetti era stato nuovamente operato, ma era morto quattro giorni dopo per l’insorgere di un episodio acuto cardiovascolare.

Renza Maria Panigazzi aveva 75 anni. Soffriva di una lesione cistica alla testa del pancreas. Martinotti l’aveva operata il 3 dicembre del 2018, anche se la lesione era benigna, così come dimostrato dagli esami diagnostici e dai marcatori tumorali negativi. Anche per lei nell’operazione era sorta una complicanza: un’ischemia al fegato. Secondo l’accusa, a quel punto il primario non aveva disposto alcun intervento, come ad esempio una epatectomia. Renza Maria morirà il 7 febbraio del 2019 per un grave stato settico.

Infine Maria Teresa, 81 anni. Per lei, a Martinotti è contestata l’accusa di lesioni e falso. Il 30 luglio del 2018 alla donna erano stati asportati circa 20 cm di sigma senza motivo e senza il suo ‘valido consenso’. Secondo l’accusa, il primario, per giustificare l’operazione, avrebbe falsificato la cartella clinica, indicando la patologia, ma una Tac e l’esame istologico sul sigma asportato avevano accertato l’assenza della stessa patologia per la quale l’anziana era stata operata. Da quel giorno Maria Teresa vive con un colon indebolito in maniera permanente.

Sara Pizzorni

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