Cronaca

Effetto guerra sul Pil 2022 della
Lombardia: stima di - 7,3 miliardi

Il grido di allarme della CNA Lombardia: “Il potere d’acquisto delle famiglie è crollato e i costi per le imprese sono ormai insostenibili. Il Governo agisca subito con interventi strutturali ed efficaci nel breve periodo”

La ripresa economica in Italia e in Lombardia è messa a serio rischio dalla guerra russo-ucraina che ormai da diverse settimane sta imperversando. E gli effetti ricadono inevitabilmente sul PIL 2022 anche della Regione la cui contrazione è stimabile in 7,3 miliardi di euro (quasi 33 miliardi per l’Italia). Nel 2022 anche i consumi nella Regione faranno infatti registrare 6,9 miliardi di euro in meno rispetto al 2019. Non va meglio per il settore energetico. Nell’ipotesi in cui il prezzo dell’energia elettrica si mantenga ai livelli attuali (circa 250euro/MWH), per tutto il 2022 sulle imprese graverebbero maggiori costi per oltre 15 miliardi di euro rispetto al 2019 (+180%); stesso discorso per il gas che, nell’ipotesi in cui il prezzo si mantenga ai livelli attuali (circa 100euro/MWH), le imprese dovrebbero farsi carico di maggiori costi per quasi 5,8 miliardi di euro rispetto al 2019 (+280%). Sono questi i risultati presentati il 28 aprile in conferenza stampa da CNA Lombardia nel Focus trimestrale sull’andamento dell’economia regionale. Un’iniziativa condivisa con il Centro Studi Sintesi nel contesto dell’Osservatorio condiviso con CNA Emilia Romagna e CNA Veneto. Il Focus ha messo in luce in particolare il mix di fattori economici, alcuni dei quali di matrice geopolitica, che determinano una vera e propria “tempesta perfetta” a danno delle micro e piccole imprese nell’orizzonte di una ripresa già fragile nel corso della graduale uscita dalla pandemia.

 

In Italia il livello dei prezzi nel 2022 risulterà superiore del 7,6 per cento rispetto al 2019. In più i dati presentati evidenziano numeri drammatici in campo energetico: +410% del prezzo dell’energia elettrica e +603% nell’ultimo anno: “A colpire in particolare sono gli impatti della pericolosa e insostenibile dinamica dei costi energetici, che erode il potere di acquisto delle famiglie. I consumi nel 2022 si collocheranno ad un livello inferiore di 3,1 punti percentuali rispetto al 2019, con effetti deleteri sulla domanda interna. Alla Lombardia mancheranno quindi all’appello ben 6,9 miliardi di euro di consumi” precisa il Presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini. In Lombardia le imprese assorbono il 76% dei consumi elettrici e dei 15 miliardi di euro che potrebbero gravare sulle imprese, circa 10,2 miliardi ricadrebbero sull’industria (manifatturiero in testa) e i restanti 4,9 miliardi sulle imprese dei servizi (commercio su tutti). Le attività economiche rappresentano invece il 47% dei consumi di gas naturale nella regione e dei quasi 6 miliardi di euro di costi che le aziende dovrebbero farsi carico, circa 4 miliardi peserebbero sulle imprese dell’industria, mentre i restanti 1,8 miliardi sui settori del commercio e dei servizi.

 

“La situazione è semplice nella sua drammaticità, con un dato su tutti: nel 2019 il comparto imprenditoriale in Lombardia aveva un costo dell’energia elettrica complessivo pari a 8,389 miliardi di euro; la stima per il 2022 è di 23,525 miliardi di euro. Siamo quindi al + 180 per cento al lordo delle agevolazioni del Governo. Idem per il gas con un aumento del 280% rispetto al 2019. Si passa da un costo complessivo di 2,058 miliardi di euro nel 2019 ad una stima di una bolletta di 7,810 miliardi per il 2022, sempre a carico delle imprese lombarde”, prosegue Bozzini.

 

Occhio di riguardo anche per l’export. La Lombardia esporta verso Russia ed Ucraina prodotti meccanici, chimica gomma plastica, prodotti del sistema moda e del sistema casa, metallurgia e metalli, agro-alimentare: un business pari a 2,7 miliardi nel 2021, oggi totalmente a rischio. “Il punto non è solo la secca caduta nell’export verso Russia ed Ucraina già in atto nel 2022 rispetto ai valori precedenti. Il tema è che all’orizzonte si profila per l’ennesima volta la brusca necessità di riorientare le rotte dell’export verso nuovi mercati, perché è del tutto indecifrabile la possibilità di ripristinare rapidamente i flussi verso Ucraina e Russia. E se non fosse un lockdown temporaneo?”, commenta il segretario regionale CNA, Stefano Binda.

 

In sintesi, la crescita determinata dal rimbalzo del secondo semestre 2021 e dal graduale progresso delle vaccinazioni si è fortemente ridimensionata in ragione di una vera e propria tempesta perfetta. Nel settembre 2021, la nota di aggiornamento al Def stimava una crescita del PIL italiano in crescita del 4.7 per cento per il 2022. Già nel mese di gennaio, a causa delle dinamiche del costo dell’energia, Banca d’Italia rivedeva le stime proiettando una crescita del 3,8 per cento per il 2022. Il Governo nel Def 2022 ha portato le stime di crescita del PIL 2022 al +2,9 per cento. Questa dinamica vedrebbe il volatilizzarsi di 32,9 miliardi di euro a livello Paese nel 2022 rispetto alle iniziali stime di crescita e una perdita di circa 7,3 miliardi per la sola Lombardia.

 

Il Presidente di CNA Lombardia, Giovanni Bozzini, lancia un allarme: “Chiediamo al Governo interventi strutturali ma anche efficaci nel breve periodo. Il PNRR va sicuramente rivisto nel dosaggio delle priorità. Facciamolo ora, perché non avremo altre opportunità. O genera effetti sul tessuto reale delle micro e piccole imprese oppure sarà l’ennesimo gol mancato a porta vuota. Agisca il Governo, ma soprattutto agisca l’Europa.” Chiosa infine il Segretario regionale Binda: “Gli shock a volte sembrano temporanei, ma se siamo di fronte, come in questo caso, ad una serie infinita di shock, allora gli effetti diventano strutturali. È un pesantissimo riassetto ‘sismico’ degli equilibri politici ed economici globali. Una situazione che impone scelte nette alle politiche economiche e sociali del Paese.”

 

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