A Palazzo Duemiglia la mostra
di Enrico ed Enrica Groppi
Enrica Groppi è una pittrice lodigiana contemporanea che porta il nome del nonno, il maestro Enrico Groppi, artista di fama nazionale nato a Codogno nel 1911 e scomparso a Milano nel 1972, a soli sessantun anni. A questi due artisti è dedicata la nuova mostra a Palazzo Duemiglia che si apre sabato 17 settembre alle ore 17.30 con un titolo davvero suggestivo: “Generazioni a confronto”. Com’è ormai gradita consuetudine, il vernissage vedrà la presenza di tre poeti che reciteranno una scelta di loro componimenti. Si tratta di Vittorina Sarzi, Vanna Cigognini e Simone Bodini, introdotti da Vincenzo Montuori e Giorgio Denti.
“Dopo le retrospettive dedicate ad artisti del calibro di Mariolino da Caravaggio e Giorgio Facciocchi – spiega il curatore, Simone Fappanni -, si è voluto continuare a porre in evidenza artisti storicizzati. Per una fortunata coincidenza, la nipote di Enrico Groppi è anch’essa apprezzata pittrice. Ecco quindi l’idea di abbinare i due artisti in una sola rassegna. Simili sono i temi affrontati, a cominciare dal paesaggio, specialmente quello lodigiano, a brani di still-life, senza dimenticare i ritratti e le figure, specie in ambienti bucolici. La diversità più evidente, e ben comprensibile data la distanza generazionale, è dovuta alle modalità espressive, che in Enrico sono orientate verso una visione contemplativa del reale secondo una pennellata densa e corposa, mentre in Enrica in una declinazione introspettiva, come nelle marine, che non di rado si orienta anche verso tematiche di stringente attualità secondo una tavolozza con tinte più chiare”.
Vale la pena ricordare che Enrico si è formato sotto la guida di Angelo Prada (1839-1934) e ha poi frequentato l’Accademia di Brera dove è stato allievo di Aldo Carpi. Suoi lavori sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private. La Raccolta “Carlo Lamberti” gli ha persino dedicato un’intera sala permanente. Frequentemente i suoi dipinti vengono battuti all’asta. “Ogni quadro nasce da un impulso repentino e momentaneo – aggiunge Enrica – non mi piace pianificare troppo un’opera, deve sempre essere frutto dell’istinto e di quell’attimo creativo che non sempre si riesce ad avere”. “E ciò – spiega Fappanni – conferma il suo costante proposito di “raccontare” l’infinita bellezza della natura attraverso tele dalla sincera quanto mai esausta intonazione lirica”. La rassegna chiude il 6 ottobre.