Casamicciola, 140 anni fa la ricostruzione
portò la firma del soresinese Genala
Per la maggiore parte dei cremonesi, è solo il nome di una strada; per gli abitanti di Casamicciola, località tragicamente presente nelle cronache di questi giorni è il nome di un rione. Francesco Genala è stato in realtà il Ministro dei lavori Pubblici del Governo Depretis, originario di Soresina, che inaugurò i primissimi provvedimenti di quella che sarebbe diventata Protezione civile, nell’allora giovane Italia, in occasione del terremoto di Casamicciola del 1883. Quel terremoto divenuto famoso per l’entità della catastrofe e per le descrizioni che ne fece Benedetto Croce.
Il 28 luglio alle 9 di sera la terra tremò e “tutto l’abitato di circa mille case fu distrutto”, come riporta il sito IschiaBlog in un articolo del 2017 che riserva molto spazio al ministro cremonese. “I morti accertati furono 2333 di cui 625 forestieri. Benedetto Croce che aveva 17 anni si salvò e fu estratto dalle macerie di “Villa Verde” dove invece morirono il padre, la madre e la sorella. Il giovane Regno d’Italia dovette misurare la sua efficienza per i soccorsi e la ricostruzione”, ed è qui che emerge in primo piano la figura del 40enne avvocato di Soresina che centralizzò gli interventi e assunse in pieno le responsabilità.
Non solo direzione e coordinamento dei lavori: Genala prese parte di persona alle operazioni di sgombero macerie e di salvataggio, tanto che fu nominato cittadino onorario di Casamicciola con delibera del Consiglio Comunale del 22 novembre 1883. A Soresina, nel museo a lui dedicato, si trova fra l’altro la pergamena della cittadinanza onoraria di Casamicciola. Tre rioni baraccati nell’isola d’Ischia vennero a lui intestati e gli venne dedicata una lapide di ringraziamento. Genala costituì con propri fondi una “Opera Pia” per 5 borse di studio per orfani della catastrofe, istituzione poi estinta dalla Giunta Regionale della Campania nel 1984.
Questa la ricostruzione della presenza di Genala sui luoghi di quel disastro: “Arriva a Napoli nella sera del 29 luglio e con il mare agitato arriva a Casamicciola con il piroscafo “Oreto” all’alba del 30 luglio. Costituisce il suo quartier generale in una baracca del dazio in Piazza Marina. Di fronte all’immensa catastrofe la prima decisione è di ricoprire con la calce tutta la cittadina. Ma poi mette in moto una straordinaria macchina di soccorsi aiutato da una eccezionale mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale. Parlano di Casamicciola le più grandi testate del mondo”. gbiagi