Italia Viva in assemblea: le voci
della base cremonese
Riunione a palazzo Cavalcabò per i simpatizzanti del partito di Renzi che a breve diventerà tutt'uno, in federazione, con Azione di Calenda. Parte la ricerca di candidature da spendere per la lista che appoggerà Letizia Moratti alle Regionali.
Italia Viva provinciale si è riunita venerdì sera in assemblea, all’interno della esclusiva Home Gallery di Palazzo Cavalcabò, tra atmosfere notturne e opere d’arte, antiche e moderne. Una location atipica, che ha visto riunita una trentina di simpatizzanti del partito di Renzi, in gran parte ex aderenti al Pd nostalgici di quella breve stagione che aveva portato il partito al 40% alle Europee del 2014.
E resta quello l’obiettivo neanche tanto celato di oggi, come ha detto uno dei veterani della politica presenti in sala, tra i primi ad aderire a Italia Viva in provincia, il cremasco Tiziano Guerini: “Occorre iniziare a mettere le basi per incontrare gli amici di Azione con i quali aderiremo a una realtà (la federazione annunciata da Renzi e Calenda, ndr) nella quale abbiamo tutta la legittimità di aderire con pari dignità. Lo chiamano terzo polo, o partito dei moderati, ma in realtà noi vogliamo che le cose nel Paese cambino. Possiamo definirci estremisti – radicali nel pretendere che questo Paese esca dalle secche del populismo per cercare veramente di risolvere i problemi”.
L’ex assessore della giunta provinciale Corada è stato il primo a prendere la parola in assemblea, dopo l’introduzione del coordinatore provinciale Emanuele Luca Bergamini, che ha prefigurato gli scenari che si apriranno dopo la nascita della federazione. “Anche a livello territoriale, come nel nazionale, ci sarà un regolamento, dal quale non credo deriveranno grosse sorprese, basato su un principio di equivalenza. Con Azione formeremo una sola lista per le elezioni regionali a supporto di Letizia Moratti, composta al 50% da noi e da Azione, prevedendo anche l’alternanza di genere come richiede la legge”.
Bocciata la proposta, lanciata dallo stesso Bergamini, di nominare presidente dell’assemblea Alfeo Garini (“ci vogliono nomi nuovi”, ha decretato il pubblico), ad assumere l’incarico è stato Andrea Mazzini, coordinatore cittadino di IV, che ha annunciato la volontà di organizzare al più presto iniziative per diffondere il programma del partito, a cominciare dalla formula più tipica, gli stand nelle piazze. “Ringrazio Emanuele per avermi coinvolto, stiamo lavorando insieme da due anni per cercare di far crescere il partito, cercando di farci identificare sul territorio”. La sua precedente esperienza politica è nella Lega.
Numerosi gli interventi dal pubblico, tante le testimonianze di delusione da parte di ex Pd, alcuni dei quali con una storia che affondava le radici addirittura nel Pci. “E’ diventato un apparato di dinosauri”, una delle frasi più dure, uscite da una ex iscritta, 49 anni: “Ha fatto più cose di sinistra Renzi di tutti gli altri ma purtroppo in quel partito c’è una sorta di virus. Occorre essere pragmatici, la Moratti ha fatto tante uscite infelici, ma se togliamo la Regione alla Lega, facciamo un gran bene al Paese”.
Moratti che non riscuote tante simpatie, a quanto sembra, ma che appare il male minore pur di strappare alla destra il governo regionale. Emerso anche il tema di come intercettare i giovani: le formule tradizionali non bastano, ha detto ad esempio Maurizio Toscani, di Casalmaggiore: “Il Terzo Polo a livello nazionale ha avuto un grande successo tra i giovani, ma l’età media qui dentro è molto più alta e questo è un problema. Dovremo capire come fare a intercettarli. La Moratti? Faccio fatica a votarla, ricordiamoci che voleva candidarsi con il centrodestra … ma è una pillola da ingoiare”. E cita alcune azioni significative dell’era renziana anche in campo sociale: non solo Industria 4.0, ma anche unioni civili e legge del “dopo di noi”.
Tra i volti noti della politica locale, c’era Giovanni Biondi, ex Margherita prima della fusione nel Pd, assessore nella Giunta provinciale di Giuseppe Torchio: “Ricordiamoci che la nostra provincia è composta da quattro aree territoriali ben distinte, bisognerà tenerne conto sia nel coordinamento interno che si andrà a costituire, sia come eventuali candidature. Io vengo da un partito in cui l’aderenza ai territori era fondamentale. L’organizzazione del futuro partito non è un fatto secondario, c’è una buona fetta di interlocutori esterni che possono entrare oltre a IV e Azione”.
E poi, Gianni Risari, parlamentare con l’Ulivo negli anni Novanta e componente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, presente in assemblea come osservatore interessato: “Apprezzo questa iniziativa perchè vedo che a promuoverla sono dei giovani, quindi dico ‘avanti loro’. L’ultima campagna elettorale ce la siamo trovata davanti d’improvviso, ma il partito è nato con altri obiettivi. Bisogna però chiedersi cosa sarà questo partito. Mi auguro che l’unità tra Renzi e Calenda regga, serve per dare una rappresentanza politica di cui si sente la mancanza, e lo dimostra l’astensionismo alle elezioni. Bisogna decidere dove si deve andare per recuperare queste persone, il nuovo partito non dovrà essere un minestrone, ma avere una chiara linea liberal (non liberista) popolare e democratica. E bisognerà riuscire a fare proposte per questo territorio”.
E poi tanti commenti contro il Pd rovinato dalle correnti, la batosta della caduta di Prodi a causa di Bertinotti, l’Italia dei privilegi, l’Italia delle riforme mancate come la bocciatura del referendum costituzionale. E persino il rimpianto per il “Pd di Veltroni”. gbiagi