Listeria nella carne. "Alla base
un conflitto di interesse"
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Il caso cremasco della carne contaminata dalla listeria torna sotto la lente di ingrandimento di Marco Degli Angeli, consigliere cremasco di Regione Lombardia. “Gli standard per evitare il conflitto di interesse e quindi il fenomeno della corruzione sono stati rispettati?”.
Spiega Degli Angeli: “In risposta all’interrogazione (ITR 21608 ) che ho depositato lo scorso 24 ottobre, l’assessore al Welfare Bertolaso ha reso noto come l’Ats Valpadana, a seguito del procedimento giudiziario e alle relative misure restrittive a carico dell’ex direttore del Dipartimento di veterinaria e di suo figlio, veterinario e consulente di diverse aziende agroalimentari, abbia avviato un procedimento disciplinare nei confronti dell’ex direttore, responsabile di non aver segnalato gli illeciti. Viene però da chiedersi se le responsabilità siano solo dell’ex direttore del Dipartimento di veterinaria. La sensazione – precisa – è infatti quella che da parte dell’Ats Valpadana ci sia stata una mancata percezione del problema e che quindi non siano state create le condizioni necessarie, affinché i reati alla fine commessi non trovassero terreno fertile”.
Agli effetti della legge Severino (L.190/2012) una pubblica amministrazione ha il dovere di trasmettere al Dipartimento della funzione pubblica il piano di prevenzione alla corruzione, all’interno del quale è prevista anche la rotazione dei dirigenti. L’obiettivo è quello di evitare il consolidarsi di determinate relazioni tra i soggetti pubblici e privati, le quali possano inficiare la corretta gestione amministrativa.
“L’ex direttore – specifica Degli Angeli – ricopriva la posizione dal 2017 in linea – stando a quanto riferisce Regione – ai vincoli soggettivi e oggettivi. Ma la questione è tutt’altra: visto l’acclarato conflitto di interessi che da mesi esisteva tra padre controllore e figlio controllato, il dirigente non avrebbe dovuto coprire quella posizione apicale; non in quel distretto, considerando l’incompatibilità di area geografica”.
Una situazione, quest’ultima, prioritaria per un Responsabile della prevenzione alla corruzione.
In buona sostanza, il Responsabile della prevenzione avrebbe dovuto riconoscere il conflitto di interessi instaurato tra padre e figlio e quindi sarebbe dovuto intervenire in modo solerte. A questo punto sono molteplici le domande che il consigliere pone. “Il Direttore generale era stato informato della situazione, ma soprattutto, in che modo il Responsabile della prevenzione alla corruzione si è preoccupato di raccogliere le informazioni necessarie e doverose al fine di prevenire al meglio ogni rischio?”.
Conclude Degli Angeli: “Gli standard per evitare il conflitto di interesse sono stati rispettati? Mi chiedo come mai la soluzione, già tardivamente individuata, sia stata la successiva rotazione del direttore e non l’eliminazione del conflitto a monte. Quello che è successo si sarebbe potuto evitare”.