Ambiente

Piano di Rinaturazione del Po,
agli incontri boom di presenze

Si chiudono con un boom di presenze gli incontri di presentazione del Piano di Rinaturazione del Po, ma torna di stretta attualità in tutte le comunità anche il tema della sicurezza idraulica

Istituzioni, università, associazioni, imprese e semplici cittadini interessati hanno contribuito ad integrare con le loro proposte il maxi progetto da 357 milioni di euro dell’Autorità del Fiume Po inserito nel PNRR nel corso dei 7 incontri organizzati nelle 4 regioni coinvolte. Il Segretario Generale Bratti riporta però l’attenzione anche sulle necessità inderogabili che riguardano la sicurezza idraulica che ad oggi restano non finanziate.

Il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha offerto al bacino del Po un’opportunità epocale ed irripetibile e la massiccia partecipazione agli incontri organizzati dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po nelle aree coinvolte – sotto forma di vero e proprio processo/informativo per far conoscere al meglio l’articolato progetto di Rinaturazione del valore di 357 milioni di euro- ha visto la concomitante presenza sia delle istituzioni che di molteplici portatori di interesse, oltre ai cittadini che hanno approfittato dell’occasione itinerante per approfondire le singole realtà e i benefici che la serie di interventi potranno regalare ai diversi territori coinvolti.

Tra gli obiettivi della vigilia infatti uno dei più rilevanti era proprio la condivisione capillare del valore degli interventi stessi che si realizzeranno e che contribuiranno a migliorare l’assetto complessivo dell’intera asta del Grande Fiume, con riflessi conseguenti sulle aree circostanti.

Dei sette programmati, gli appuntamenti di apertura e chiusura si sono svolti da remoto , offrendo la possibilità di un coinvolgimento molto ampio dei partecipanti, mentre gli altri 5 incontri (Caselle Landi – Lombardia-, Quingentole Lombardia, Casale Monferrato -Piemonte-, Roccabianca – Emilia Romagna-, Taglio di Po – Cà Vendramin Veneto), oltre alla descrizione del Piano da parte dei tecnici di AdBPo, hanno svolto un preciso ed utilissimo ruolo di ricognizione e monitoraggio nelle singole zone del distretto per rilevare contributi, e considerazioni specifiche territoriali di sicuro interesse che integreranno le schede progettuali elaborate ed aggiornate nell’ultimo anno dall’Autorità del Fiume Po.

Hanno preso parte al processo partecipativo oltre 400 rappresentanti in rappresentanza delle Regioni, delle Province, dei Comuni, AIPo (Agenzia Interregionale del Fiume Po a cui competerà la realizzazione fattiva del progetto di Rinaturazione) , di Università, Forze dell’Ordine carabinieri Forestali, Enti Parco, Enti gestori siti Natura 2000, Consorzi di Bonifica, Comunalia, istituti di ricerca, CREA, ERSAF, IPLA, ARPAE, associazioni Legambiente, LIPU, WWF, Italia Nostra, Il Nibbio, Amici del Po di Chivasso, Associazioni di categoria Confindustria, Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Libera Associazione Agricoltori, imprese, Circoli ANSPI, Nautica di Torricella, CAI, C.AL.CA, Associazioni Pescatori Fiume Po, Libera, numerose testate giornalistiche locali e cittadini intervenuti a titolo personale.

Nel corso degli incontri sono state quasi 200 i contributi e i quesiti posti all’attenzione dei tecnici dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po , quesiti che, pur mantenendo la loro singolarità legata strettamente all’ area in cui , di volta in volta, si sono svolti gli appuntamenti, possono raggrupparsi in alcuni importanti macrotemi di natura idromorfologica- riapertura lanche e rami del fiume abbandonati, riduzione dell’artificialità dell’alveo del Po, controllo della vegetazione alloctona e invasiva, riforestazione naturalistica, navigazione sostenibile e soprattutto maggiore e rinnovata sicurezza idraulica.

Quest’ultima tematica rappresenta una linea rossa che caratterizza ed unisce tutte le zone toccate essendo di per sé, sostanzialmente, una sorta di precondizione per la vivibilità del fiume e delle aree limitrofe. Il piano di Rinaturazione del Fiume Po è un piano estremamente strutturato ed innovativo che ha il chiaro e concreto intento di rigenerare ciò che il tempo e l’uomo hanno progressivamente tolto negli ultimi decenni al Grande Fiume, restituendogli un sufficiente livello di sostenibilità in grado di incrementare la maggior resilienza e la capacità di adattamento dei territori in epoca di mutamento repentino del clima; alcuni di questi singoli interventi che saranno realizzati alla luce delle nuove esigenze ambientali contribuiranno contestualmente anche all’aumento della sicurezza idraulica, ma è fuor di dubbio che per la messa in sicurezza complessiva dell’asta del fiume e soprattutto delle arginature nelle aree maggiormente fragili occorrono altri e diversi finanziamenti che non rientrano nelle indicazioni ferree del PNRR.

A tal proposito il Segretario Generale dell’Autorità del Fiume Po Alessandro Bratti – ha ricordato come l’Autorità stessa cui compete anche la pianificazione e programmazione delle opere idrauliche abbia da tempo presentato un minuzioso elenco di priorità volte a rendere meno vulnerabili territori potenzialmente a rischio. “Il progetto dettagliato di manutenzione degli argini del Po è stato già presentato da AdBPo nel 2018 per un valore di circa 540 milioni di euro ed è costantemente aggiornato a seconda delle necessità, ma non è stato mai finanziato o preso in seria considerazione dai governi; oggi serve assolutamente una più forte capacità di adattamento alle nuove esigenze alla luce dell’ emergenza climatica e questo tipo di interventi sono diventati non delle opzioni rinviabili, ma vere e proprie priorità assolute per la sicurezza delle persone e dell’ambiente e come tali andrebbero seriamente considerate, senza rinvii sterili”.

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