Cronaca

Salini: "Giro di vite sull’export
dei rottami ferrosi riciclabili"

“Occorre combattere le spedizioni illegali di rifiuti e ostacolare l’elusione della normativa Ue, potenziando gli strumenti di controllo sull’export dei rifiuti metallici verso Paesi extra europei. Al di fuori dell’Europa il materiale ferroso riciclabile, il rifiuto più soggetto a esportazione dalla Ue, viene spesso lavorato con procedimenti altamente inquinanti, lontani dagli standard ambientali Ue, per poi tornare sullo stesso mercato unico rivenduto a basso costo”. E’ quanto dichiara l’eurodeputato di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, membro delle Commissioni Trasporti, Ambiente e Industria, primo firmatario del pacchetto di emendamenti al Waste Shipment regulation che sarà votato durante la prossima seduta plenaria.

Salini quindi aggiunge: “Il danno è duplice: le nostre imprese siderurgiche si vedono ridurre una materia prima secondaria come i rifiuti metallici, indispensabile per centrare gli obiettivi di de-carbonizzazione del Green Deal, e nel contempo subiscono concorrenza sleale dall’estero. A rischio è la stessa economia circolare nella siderurgia. Per questo ho proposto un pacchetto di emendamenti al Regolamento sulle spedizioni di rifiuti (Waste Shipment regulation) che andrà al voto la prossima settimana in plenaria. Chiediamo un giro di vite sull’export dei rottami metallici nel segno della coerenza e del realismo. La siderurgia europea, italiana in particolare, è infatti modello di innovazione sostenibile, tra le meno impattanti sul piano ambientale: è assurdo imporre target verdi ambiziosi alle nostre imprese e contemporaneamente chiudere gli occhi su un’evidente distorsione del mercato globale che sottrae alle medesime aziende la materia prima secondaria necessaria per raggiungerli. Gli emendamenti sono condivisi da quaranta colleghi eurodeputati di diversi gruppi politici e puntano ad una gestione più responsabile dei rifiuti”.

“I nostri emendamenti – conclude l’eurodeputato – puntano a rafforzare il nuovo regolamento, riducendo i rischi di elusione legati a un’errata classificazione del rifiuto, ad una definizione di impianto di trattamento facilmente aggirabile e al criterio di appartenenza o meno all’Ocse del Paese di destinazione, un metro di valutazione, quest’ultimo, per sé insufficiente a garantire che il rifiuto venga trattato all’estero in linea con gli standard ambientali Ue, e che va quindi migliorato introducendo adeguate restrizioni”.

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