Fuggì in Germania dopo la
rapina. Ma a processo è assolto
Per l’imputato, il pm aveva chiesto la condanna a 4 anni e 6 mesi per rapina in abitazione e per tentata rapina nei confronti dell’amico del residente. Ma il collegio dei giudici ha riqualificato il reato da rapina a furto, ed essendoci stata querela tardiva, ha emesso sentenza di non doversi procedere. In relazione, invece, all’altra accusa di tentata rapina, l’imputato è stato assolto “perchè il fatto non sussiste”.
L’episodio risale al 9 novembre del 2020 a Cremona, quando, secondo l’accusa, due persone erano entrate in casa di un 25enne cremonese e dopo avergli puntato un coltello alla gola lo avevano obbligato a consegnare loro diversi oggetti e la somma di 1000 euro in contanti. Sempre sotto minaccia, il giovane era stato anche costretto a recarsi ad un vicino bancomat per prelevare altri 100 euro. La vittima, però, si era rivolta alla polizia solo mesi dopo, esattamente il 29 marzo, raccontando l’accaduto.
A quel punto erano scattate le indagini e alle fine i due presunti autori erano stati individuati: uno, un minorenne romeno, era finito in manette nel maggio del 2021, mentre l’altro, Mihai Badeanu, connazionale di 21 anni, si era reso irreperibile dal territorio nazionale. Entrambi, una volta individuati, erano stati costantemente monitorati anche sui loro profili social, fino a quando il minore, su una “storia” su Instagram, era stato ripreso con alcuni oggetti sottratti al 25enne cremonese. Il presunto complice, invece, dopo un anno di ricerche era stato rintracciato ad Essen, in Germania, dalla polizia tedesca che aveva dato esecuzione al mandato di cattura internazionale.
Nel processo contro Badeanu, però, sono emersi alcuni particolari che hanno convinto i giudici ad emettere sentenza di non doversi procedere. Innanzitutto il padrone di casa aveva aperto la porta spontaneamente ai due romeni, facendo cadere così il reato di rapina. Solo un furto, quindi, ma caduto per la querela tardiva.
Secondo quanto ricostruito dalla difesa, inoltre, la coppia di romeni si era presentata a casa del 25enne per comprare marijuana, e in seguito ci sarebbe stata una lite degenerata nel furto dei contanti, di una consolle videogiochi Play Station, di alcuni indumenti e di uno zaino. In casa, quella sera c’era anche un amico del 25enne che sarebbe stato minacciato con un coltello. I due romeni avrebbero cercato di impadronirsi del suo telefonino, non riuscendoci in quanto la vittima era riuscita a fuggire dall’appartamento. Ma nel corso del procedimento non è emersa la prova delle minacce subite.
Da parte sua, il 25enne, stando a quando dichiarato agli agenti della Mobile, avrebbe tardato a denunciare i fatti per paura: nei giorni successivi, infatti, avrebbe subito delle intimidazioni. Ma nel corso del processo non è emersa la prova della responsabilità dell’imputato per le successive minacce. Per la difesa, rappresentata dagli avvocati Guido Priori e Marco Soldi, tutto sarebbe nato nell’ambito della vendita del “fumo” da parte del 25enne ad altri clienti.
Subito dopo la lettura della sentenza, nei confronti dell’imputato, al quale era stata applicata la misura degli arresti domiciliari, è stata disposta l’immediata liberazione.
Sara Pizzorni