Cremonese, non solo
una questione di testa
Leggi anche:
Una questione di testa, quella del Mudo Franco Vazquez certo, ma non solo. Nel successo della Cremonese in quel di Cittadella c’è molto altro.
Innanzitutto per essere maturato e ripreso per i capelli dopo la frittata post-vantaggio. Un vantaggio firmato Luca Ravanelli che rischiava di non riuscire a prederei la soddisfazione personale riscattando il gol nella propria porta che aveva condannato i grigiorossi contro il Sudtirol con quello in fondo alla rete giusta al Tombolato.
Nel momento in cui l’eterno ritorno dell’ugual GolFatto-GolSubito poteva stroncare le velleità grigiorosse, i fiumi di parole profuse nei giorni post sconfitta con gli altoatesini hanno invece prodotto una reazione culminata con la rete di Vazquez e i 3 punti messi in saccoccia.
E se i fiumi di parole dei Jalisse volevano fermare un’immagine, quella che fa fa copertina al successo del Tombolato è un’istantanea di gruppo che va oltre il perimetro del campo.
Oltre il primo gol in campionato del Mudo, oltre la seconda partita consecutiva a secco per Massimo Coda, oltre alle scelte tecniche che hanno visto i due farsi quasi da staffetta, il primo escluso, il secondo sostituito poco dopo l’ingresso di Vazquez.
In casa granata la Cremonese ha restituito la migliore immagine di coesione di questa stagione, declinata nelle esultanze post gol e in quella finale. Non solo per celebrare chi – come Ravanelli e Vazquez – ci ha messo la firma, ma per celebrare un successo corale.
Un atteggiamento che sarà determinante per le prossime partite e messo alla prova già martedì, in Coppa Italia, ancora col Cittadella, ma questa volta allo Zini.
Mauro Taino