Morte di Rossella: la difesa punta
sull'omicidio del consenziente
In queste ore Alfredo Zenucchi ha firmato
il consenso per la cremazione della moglie
Leggi anche:
Si dovranno attendere 60 giorni per i risultati completi dell’esame autoptico effettuato sul corpo di Rossella Cominotti, la 53enne uccisa dal marito Alfredo Zenucchi, ex edicolante di Bonemerse, lo scorso 6 dicembre nella stanza di un hotel nell’entroterra spezzino. Attualmente l’uomo è in carcere a La Spezia con l’accusa di omicidio volontario. In queste ore, come richiede la prassi, l’uomo ha firmato il consenso per la cremazione della moglie, una volontà che sarebbe stata espressa dalla stessa Rossella nella lettera d’addio trovata nella stanza dell’albergo e che sarebbe stata scritta già a Cremona da entrambi i coniugi, residenti a Cavatigozzi. L’esperto dovrà confermare se quelle righe appartengano o meno alla mano della donna.
Due fogli separati, scritti con inchiostro rosso, in cui la coppia avrebbe espresso la volontà di togliersi la vita: “Per rispetto delle persone che ci vogliono bene vorremmo che il nostro gesto venga divulgato come un incidente, che non vengano divulgati i motivi e che venga effettuata la cremazione senza rito religioso”, è il testo della lettera. “Tutto ciò che si può donare venga dato alle associazioni che si occupano di beneficienza. Raccontate del nostro grande amore. Ora sarà davvero per sempre”.
Già attribuita a Zenucchi la firma sullo scritto, ma per i legali della difesa, Alberto Rimmaudo e Riccardo Balatri, non ci sarebbero dubbi nemmeno sulla scrittura della donna. “I carabinieri hanno già effettuato una serie di riscontri comparando degli scritti di Rossella”, ha spiegato l’avvocato Rimmaudo, “e la calligrafia sarebbe proprio la sua. Aspettiamo gli esiti ufficiali, ma con questi presupposti siamo ottimisti”.
Se dovesse essere confermato che Rossella ha scritto la lettera insieme al marito, e se dovessero essere confermati tutti i riscontri negli esiti dell’autopsia sui tagli inferti sul corpo di entrambi, le ferite, il sangue sulla lama del rasoio, compresi i risultati dell’esame tossicologico, e tutto confermasse il piano suicidiario di entrambi, la linea difensiva punterà sull’omicidio del consenziente. Un’ipotesi di reato molto più lieve rispetto alla contestazione dell’omicidio volontario. L’omicidio del consenziente prevede una pena minima di 6 anni e una massima di 15 anni.
Ad uccidersi, ci avevano già provato due volte, Alfredo e Rossella, che si erano sposati a Bonemerse il 9 marzo scorso e che da gennaio avevano rilevato l’edicola del paese, attività che era in perdita. La prima volta che i due avrebbero cercato di togliersi la vita sarebbe stato proprio a Bonemerse il 28 novembre con un rasoio, mentre l’altra il 3 dicembre per mezzo di un paio di forbici. Il 6 dicembre, l’ultimo tentativo, avvenuto nella stanza dell’albergo dello Spezzino e finito con la morte di Rossella, sgozzata a colpi di rasoio. Il marito, anche lui ferito ai polsi e al collo, l’ha vegliata 36 ore. Fino all’8 mattina, quando Zenucchi ha lasciato la stanza e a bordo della sua C3 bianca avrebbe cercato la morte andandosi a schiantare lungo un rettilineo che aveva già individuato. Ma è stato fermato prima dai carabinieri che hanno intercettato la macchina a Terrarossa.
Nella stanza dell’albergo sono state trovate diverse siringhe e dell’eroina. Ex tossico, in passato Zenucchi era stato ospite di una comunità di recupero e sembrava che si fosse lasciato tutto alle spalle dopo aver conosciuto Rossella. Da tutti, l’uomo è stato descritto come un tipo strano, frequentatore su Facebook di siti satanici. Lui e la moglie, una coppia schiva e isolata.
Resta il mistero sul movente.
Sara Pizzorni