Cronaca

Nel 2023 morti e incidenti
sul lavoro in calo in provincia

Sono stati 10 gli incidenti mortali sul lavoro registrati a Cremona nel corso del 2023, in diminuzione del 9% rispetto all’anno precedente quando se ne erano verificati 11.

In entrambi i casi, sia nell’ultimo dicembre che nello stesso mese del 2022 non si sono registrati morti sul lavoro.

È quanto emerge dai dati Inail, oggetto anche di uno studio della Cisl che sottolinea come in Lombardia si registrano meno denunce di infortunio e meno morti sul lavoro nel 2023: – 16,6% rispetto al 2022 (131.692), – 2,8% rispetto all’anno precedente (177 nel 2022).

Una situazione composita e che varia a seconda dei vari comparti. Le denunce di infortunio nel settore “industria” sono aumentate passando da 27.997 nel 2022 a 28.471 nel 2023. Nel settore “costruzioni” si contano 5.493 denunce a fronte di 5.296 nel 2022.

Nella riduzione generale del dato infortunistico pesa principalmente la diminuzione delle denunce nel settore “sanità e assistenza sociale”: – 52,6% (7.034 infortuni nel 2023 e 14.844 denunce di infortunio nel 2022).

Per quanto riguarda le denunce di infortunio, in provincia di Cremona sono passate dalle 5.315 del 2022 alle 4.576 del 2023 (-13,9%), mentre quelle relative alle malattie professionali sono cresciute del 2% (da 145 a 148).

Gli infortuni mortali sul lavoro – dice Dino Perboni, segretario generale della Cisl Asse del Po – sono ancora altissimi, così come sono incrementate le malattie professionali. L’unico dato, se possiamo dire così, è quello degli infortuni, che rimangono comunque alti”.

Persino quindi aggiunge: “È evidente che c’è necessità di aumentare l’azione di prevenzione, contrasto e repressione per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro. Oltre a ciò bisogna aumentare anche, attraverso la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione, la cultura sulla sicurezza. Non sono accettabili ancora oggi i morti sul lavoro, come non lo è quello delle malattie professionali”.

“La denuncia di malattia professionale – commenta Roberta Vaia, segretaria regionale CISL Lombardia – è un dato ancora fortemente condizionato da perduranti difficoltà di emersione. I dati dimostrano ancora una inadeguata attività di prevenzione sia sotto il profilo organizzativo e di gestione dei rischi specifici nelle aziende, sia rispetto a insufficienti controlli, in carenza di personale, da parte degli organi preposti”.

Quindi ha concluso: “Chiediamo che vengano spese le risorse destinate obbligatoriamente alla prevenzione, aumentando organici e attività di controllo e che vengano sviluppati percorsi formativi in materia di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, in modalità congiunta, coinvolgendo anche il datore di lavoro e con l’utilizzo diffuso in azienda anche dei break formativi. Chiediamo inoltre che si intervenga già a partire dalla scuola, per attrarre i giovani ai corsi universitari dedicati alle professionalità della prevenzione di cui in Lombardia c’è estremo bisogno”.

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