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Gb e acqua inquinata, allarme escherichia coli nel Devon riaccende la polemica

(Adnkronos) – E’ rientrato l’allarme nel Devon, dove la scorsa settimana ci sono stati una cinquantina di casi di dissenteria dovuti alla presenza del batterio dell’escherichia coli nell’acqua, tanto che migliaia di abitanti dell’intera area sono stati esortati dalle autorità sanitarie a bollirla, ma non si placano i dubbi e le polemiche sull’inquinamento che si registra in generale nell’acqua che arriva nelle case dei britannici.  

“La situazione ha causato grandi problemi, stress e preoccupazione, siamo sinceramente dispiaciuti per quello che è successo – ha dichiarato la portavoce del gestore idrico locale – la gente giustamente si aspetta una fonte d’acqua potabile sicura, pulita e affidabile e in questa occasione abbiamo significativamente mancato di assicurarla”.  

Il fatto è che da oltre un anno le aziende idriche, privatizzate alla fine degli anni ottanta ai tempi di Margaret Thatcher, sono sotto accusa per una serie di incidenti, dagli scarichi fognari direttamente in mare, fiumi e laghi alla presenza di agenti chimici letali nelle acque di 17 delle 18 società, e altri problemi spesso risultato di un sistema invecchiato e non rinnovato come invece veniva promesso dalla ‘lady di ferro’.  

C’è chi lamenta, ricordava un articolo di Skynews nei mesi scorsi, l’aumento delle bollette, a fronte di un servizio scadente e anni di mancati investimenti, e denuncia che salari dei manager e profitti degli azionisti sono prioritari alle spese dei disagi per i consumatori. Secondo uno studio del National Audit Office del 2015, la spesa media per una famiglia per l’acqua è aumentata, anche tenendo conto dell’inflazione, del 40% dal 1989.  

Un’inchiesta del Guardian del 2022 ha mostrato come le società idriche hanno accumulato dalla privatizzazione 54 miliardi di sterline, ma hanno pagato dividendi agli azionisti per 66 miliardi. Dati e numeri che, soprattutto alla luce dei disagi e l’allarme inquinamento, hanno aperto un dibattito sulla possibilità di rinazionalizzare la gestione delle risorse idriche.  

Un sondaggio del settembre 2022 di YouGov indicava che il 63% dei britannici ritiene che le aziende idriche dovrebbero essere “interamente pubbliche”. E l’idea è anche popolare tra il 58% degli elettori dei Tories.  

 

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