Cronaca

Giornata del sollievo, incontri
e momenti di sensibilizzazione

La Giornata nazionale del Sollievo, che quest’anno cade il 26 maggio, stituita nel 2001 dal presidente del Consiglio dei Ministri, si pone come obiettivo la promozione e diffusione della cultura del sollievo dalla sofferenza non solo fisica ma anche morale considerando i bisogni effettivi delle persone in situazioni di profondo dolore.

Nel territorio dell’Ats Val Padana sono tre le Reti Locali di Cure Palliative afferenti all’Asst di Crema, Asst Cremona e Asst Mantova (capofila) e rappresentano un’aggregazione funzionale ed integrata, formata da tutti i Soggetti erogatori di cure palliative garantite nei diversi setting assistenziali e dai diversi attori che concorrono alla realizzazione degli interventi in merito alla presa in carico, come i Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta .

La Rete Locale di Cure Palliative promuove l’identificazione precoce di persone con necessità di cure palliative e, attraverso la definizione di percorsi di cura, modulati sui bisogni del paziente e della sua famiglia garantisce l’assistenza nel setting assistenziale più appropriato e la continuità della cura tra ambiti assistenziali e livelli di intensità assistenziale differenti.

“Ospedale senza Dolore” è stato lo slogan che ha accompagnato in questi vent’anni interventi di sensibilizzazione e attenzione all’argomento dolore nei diversi contesti di assistenza. Si è passati infatti dalla sola misurazione nei reparti chirurgici, oncologici o hospice alla diffusione di una adeguata presa in carico in ogni contesto di cura.

“Si pensi solo alla ormai diffusa misurazione della scala del dolore anche nelle diverse strutture e servizi che ospitano disabili e anziani” dice il dottor Speciale, Direttore del Servizio Fragilità e Non Autosufficienza di Ats Val Padana.

“La misurazione più semplice del dolore è chiedere agli assistiti di rappresentare il proprio dolore in una scala da 0 (assenza) a 10 (massimo dolore percepito) per capire la soglia di accettazione di ogni sofferenza. Anche in ambiente pediatrico, dove i bambini non sono in grado di rispondere ad una scala numerica si utilizzano immagini o colori per capirne il vissuto.

Non a caso il dolore è il quinto parametro vitale e come tale deve accompagnare la documentazione sanitaria di ogni presa in carico assistenziale. L’ascolto del dolore impone non solo empatia nell’assistenza ma anche capacità di comprendere cosa effettivamente il nostro assistito provi anche quando non sia in grado esprimersi o vi siano problemi cognitivi.

Allo scopo, la letteratura scientifica mette a disposizione specifiche scale osservazionali che sfruttano l’attenta analisi della postura, della deambulazione e delle smorfie facciali. Provare un dolore fisico è un’esperienza talmente diretta e personale che non può essere messa in dubbio. La certezza del proprio dolore è spesso contrapposta all’incertezza di essere capiti e compresi dagli altri facendoci riflettere sull’unicità dell’esperienza umana e sulle sfide della comunicazione soprattutto in ambiente sanitario.

Oggi sappiamo bene come, anche in assenza di dolore, vi sono prestazioni mediche o infermieristiche che possono provocare frequentemente dolore intenso da gestire, a giudizio clinico, anche farmacologicamente ma è necessario non tralasciare una adeguata spiegazione del tipo di manovra assistenziale che si andrà a compiere o del decorso clinico atteso dopo la procedura. La comunicazione riveste, dunque un ruolo centrale nell’ambito sanitario, poiché influisce direttamente sulla qualità delle cure e sull’esperienza complessiva del paziente.

Questa componente si estende ben oltre la semplice trasmissione di informazioni mediche e coinvolge aspetti fondamentali come l’empatia, la comprensione e la collaborazione. La comunicazione con il proprio assistito è infatti uno degli aspetti che aiuta maggiormente a comprenderne la condizione psicofisica”.

La presa in carico precoce del dolore cronico, anche non oncologico, attraverso i servizi di Cure Palliative domiciliari permette di migliorare la qualità di vita degli assistiti e dei loro familiari. Per questa XXIII edizione, le Reti Locali di Cure Palliative del territorio di Ats Val Padana, coordinate dal Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative, hanno programmato diversi eventi formativi.

Si evidenzia un convegno di sensibilizzazione e promozione della cultura del sollievo dal titolo Le parole del sollievo, che si terrà sabato 25 maggio presso il Teatro Scientifico del Bibiena – Via Accademia 47, Mantova (Direttore scientifico: Dott.ssa Teresa Sabina Mediani).

Anche Asst Cremona ha programmato il 25 maggio un seminario dal titolo L’appropriatezza delle cure alla fine della vita – l’importanza di un approccio multidisciplinare (direttore scientifico: dott. Alessio Faliva), che illustrerà i principi etici che regolano le fasi della fine della vita, le norme in vigore e il percorso in atto presso l’Asst di Cremona, confrontandolo con altre esperienze nel territorio nazionale.

Sempre sabato 25 maggio, promosso dall’Asst di Crema, in, si terrà un convegno dal titolo La malattia oncologica nei migranti – superare le disuguaglianze per una cura efficace (responsabile Scientifico: Dott. Sergio Defendi) presso la Sala Polenghi dell’ospedale, Largo Dossena 2.

Inoltre si è appena concluso lo scorso 10 maggio un convegno organizzato da Azienda Speciale Cremona Solidale col patrocinio di Ats Val Padana sulle cure palliative non oncologiche nella persona anziana che, grazie anche agli autorevoli relatori, ha suscitato notevole interesse tra i numerosi operatori sociosanitari partecipanti.

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