Accoglie la nipote orfana e lei
l'accusa di maltrattamenti: bugie
Assolta con formula piena la zia che dopo la morte della sorella in Sudamerica aveva accolto la nipote nella sua casa di Cremona
Tre anni fa, dopo la morte della madre in Sudamerica, la figlia 16enne si era trasferita a vivere a Cremona accolta in casa dalla zia, la sorella di sua madre. La giovane aveva quindi iniziato una nuova vita insieme alla nuova famiglia, composta dalla zia, 45 anni, dal marito e dai loro quattro figli. Nel giugno del 2022, però, a casa era improvvisamente piombata la polizia locale. La ragazza aveva accusato la zia di episodi molto gravi che sarebbero stati commessi nei suoi confronti.
In seguito alle accuse, la donna è finita davanti al gup con l’accusa di maltrattamenti aggravati. Oggi la fine dell’incubo: l’imputata, processata con il rito abbreviato e assistita dagli avvocati Marco Simone e Gianluigi Fiori, è stata assolta formula piena. Infondate le dichiarazioni della giovane, oggi maggiorenne, che si era costituita parte civile.
“Una vicenda articolata e complessa”, ha commentato l’avvocato Simone, “che ha visto la totale estraneità della nostra cliente dalle accuse che le erano state mosse, accuse infondate, così come è stato dimostrato dalle indagini difensive e da cinque testimoni che in maniera unanime e concorde hanno smentito tutte le affermazioni rese dalla ragazzina”.
Secondo quanto denunciato dalla giovane, la zia, oltre alle violenze fisiche, l’avrebbe obbligata a pulire i piatti, stirare e ad occuparsi delle faccende domestiche, impedendole di uscire da sola, requisendole il passaporto, tagliandole per cattiveria i lunghi capelli e cercando di obbligarla ad incontrare un uomo per farla sposare con lui, obbligandola a scattarsi delle fotografie che la ritraevano in abbigliamento succinto da inviare a uomini di sua conoscenza. La nipote avrebbe anche accusato la zia di averla picchiata abitualmente, in un’occasione lanciandole addosso dell’acqua bollente. Non era la verità.
Non si conoscono i motivi delle bugie, ma di certo la zia era una donna severa. L’ipotesi è che la ragazza, una volta venuta a stare in Italia, credesse di essere libera e di fare ciò che voleva.
Nei selfie con la zia, la giovane è ritratta sempre sorridente, come lo è quando hanno fanno shopping insieme o quando la zia le ha fatto dei regali o quando per lei ha organizzato delle feste. 235 le fotografie che hanno smontato l’accusa. Assoluzione piena per l’imputata, che della nipote, da quando è stata collocata in una casa famiglia, non ha più saputo nulla.
Sara Pizzorni