Liuteria: chiusa la settimana
anticontraffazione
Si è chiusa ieri la IX edizione della Settimana Anticontraffazione che da alcuni anni svolge sul territorio nazionale una importante opera di sensibilizzazione e di informazione promossa dalla Direzione Generale per la Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del MIMIT.
“Il fenomeno contraffattivo”, scrive Fabio Perrone, dell’Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l’Arte, “rappresenta ormai un fenomeno non più trascurabile nel commercio interno ed internazionale sia sotto il profilo quantitativo sia sotto il profilo qualitativo. E la liuteria, purtroppo, non è un settore escluso da questa annosa problematica. Recentemente il maestro Stefano Conia ha fatto una affermazione seria, puntuale ed autorevole sul rischio di contraffazione dei marchi e dell’autenticità degli strumenti: ‘La capacità di fare un buon violino è una cosa, lo spacciare un violino con il nome di un altro liutaio è truffa. Sul mercato ci sono molti strumenti firmati Conia che io non ho mai fatto. Questo accade sul mercato cinese, come su altri mercati internazionali. Ma siamo nel campo dell’illegalità'”.
“In ambito liutario”, scrive ancora Perrone, “gli strumenti ad arco possono essere definiti come beni posizionali, ovvero come beni la cui utilità non è solo legata al loro uso o alla qualità della fattura. L’aumento sul mercato di prodotti di liuteria cremonese contraffatti mostra da una parte l’esposizione del comparto a continui attacchi da parte di chi intravede, mediante la contraffazione, la possibilità di realizzare elevati profitti, e dall’altro la facilità, grazie alle tecnologie informatiche, di duplicazione di marchi, di simboli distintivi che sono determinanti nella fase d’acquisto di specifici prodotti.
La contraffazione in liuteria sta producendo certamente danni alle imprese cremonesi, non solo di natura strettamente economica, attribuibili alle mancate vendite e alla conseguente riduzione del fatturato, ma anche alla perdita di riconoscibilità e di credibilità tra i consumatori fuori dai confini nazionali.
Alcuni mesi fa, ad aprile 2024, i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Verbania e di Aosta e i funzionari degli Uffici Dogane del Verbano-Cusio-Ossola, di Aosta e dell’Ufficio Antifrode della Direzione Territoriale per la Liguria, il Piemonte e la Valle d’Aosta, con l’aiuto di una consulenza specifica in materia liutaria, hanno potuto accertare che una viola che recava un cartiglio Leone Sanavia (Campolongo Maggiore, 20 maggio 1907 – Dolo, 2 gennaio 2004) attribuiva in realtà in modo fraudolento la realizzazione dello strumento musicale al rinomato maestro liutaio veneziano.
La viola è risultata, invece, di fabbricazione rumena/boemo-ungherese con un valore di mercato stimato attorno ai 2.000 euro e verisimilmente oggetto di prossima compravendita per una somma oscillante tra i 25.000 e i 60.000 euro.
Anche a Cremona iniziano ad essere formalizzate, da parte dei liutai danneggiati, le denunce all’autorità preposta, lamentando e certificando avvenute compravendite di strumenti di liuteria contraffatti i cui acquirenti, ignari, scoprono solo mesi dopo l’avvenuto acquisto la verità e solo dopo aver contattato il ‘vero’ liutaio (che non riconosce il manufatto come di sua produzione) per una consulenza o una attività di manutenzione o di certificazione.
Visto che nella vita si può incontrare sempre con più facilità un ‘falso’ violino cremonese e non è quasi mai… d’autore, si ritengono maturi i tempi per avviare una seria e collettiva riflessione tra gli operatori di liuteria ed un confronto con gli attori istituzionali coinvolti che agevolerebbe tanto l’adozione di quei necessari correttivi per tutelare “la salvaguardia del saper fare” quanto una incisiva azione per arginare il fenomeno contraffattivo che conta ormai numeri non più trascurabili”.