Contro lo spreco alimentare nasce
il Comitato Genitori Mensa
Sullo sfondo della lotta allo spreco alimentare, parte a Cremona un’iniziativa del neonato Comitato Genitori Mensa Cremona. Un questionario in circolazione da qualche giorno, rivolto a papà e mamme dei bambini delle primarie cremonesi che pranzano a scuola, mira a raccogliere dati su quanto e quale cibo viene effettivamente consumato, e quanto finisce nella spazzatura, facendo luce sui veri motivi per cui i piatti vengono troppo spesso consumati solo in parte o nemmeno toccati.
Cremona si è distinta più volte per i riconoscimenti ricevuti dal menu proposto nelle proprie mense scolastiche, ma ad oggi pare mancare una valutazione oggettiva del livello di soddisfazione per il servizio di ristorazione fornito ai bambini cremonesi.
Per colmare questa lacuna informativa e mettere a disposizione del Comune – da sempre attento alla qualità del cibo servito a mensa – una base oggettiva di dati su cui lavorare per migliorare ulteriormente, è nato il Comitato Mensa Genitori Cremona, su iniziativa di un gruppo di genitori (alcuni dei quali da anni anche rappresentanti di classe e di istituto) interessati a rendere ufficiali i riscontri diretti degli alunni e dei genitori raccolti in modo informale negli scambi propri della quotidianità della vita scolastica.
Stando a quanto riportato dal Comitato, i racconti di papà e mamme su bambini che a mensa mangiano poco o niente – alcuni addirittura solo pane – non sono affatto rari e si tramandano immutati, rinnovandosi di anno in anno con il cambio generazionale degli studenti, nonostante il passare del tempo e i premi alla bontà nutrizionale del menù.
Per appurare quale sia la situazione reale al di là delle chiacchiere informali, il Comitato ha ideato un questionario che mira a valutare il numero di pasti consumati sui 5 giorni in cui i bimbi pranzano a scuola, identificare le tipologie di alimenti e i piatti che risultano più e meno graditi, sondare gli animi dei genitori relativamente alle metodiche attuali di valutazione e monitoraggio del servizio, rendendoli parte attiva nel proporre miglioramenti.
“La valutazione del livello di soddisfazione dei genitori in quanto utenti paganti del servizio mensa – che a Cremona, facendo parte del monte ore formativo, di fatto risulta essere obbligatorio – è un atto dovuto, oltre che utile a promuovere la collaborazione scuola-famiglia nel campo dell’educazione alimentare”, affermano i referenti del Comitato in una nota.
“Le iniziative per combattere gli sprechi non mancano in altre parti d’Italia e d’Europa; alcune sono molto sofisticate (in Olanda si utilizzano robottini in grado di fotografare ciò che finisce nei cestini della spazzatura e ricavarne dati disponibili in 24 ore per il comune e per il fornitore del servizio ristorazione) alcune molto semplici: in molte scuole si chiede ai bambini quali cibi gradiscono di più e quali di meno – quelli che, guardacaso, finiscono intonsi nel bidone – e li si sostituisce con alternative ugualmente sane e bilanciate che piacciono di più ai piccoli utenti.
“Favorire la scelta non significa assolutamente assecondare i capricci dei bambini. Peraltro, le più recenti indicazioni di alcuni pediatri, psicologi e pedagogisti – affermano gli esponenti del Comitato – suggeriscono che nelle mense debbano essere sempre presenti cibi noti e graditi ai bambini per garantire la continuità con la routine familiare e sviluppare un buon rapporto con il cibo. Questo non significa proporre un menu fatto solo di cibo spazzatura; affermarlo è oltremodo ingiusto nei confronti dei genitori, che passano così come incapaci di educare i propri bimbi al mangiare sano in maniera autonoma.
“Gli ottimi professionisti del Comune saranno sicuramente in grado di trovare alternative alle proposte meno amate; per fare questo, però, le pietanze meno gradite e i punti deboli della ristorazione scolastica vanno prima individuati. Secondo il sopracitato orientamento pedagogico, l’utilizzo di questionari compilabili dai bimbi stessi assieme ai genitori a inizio o fine anno scolastico risulta efficacissimo nel rendere la mensa un momento piacevole e nel contempo ridurre gli sprechi.
E’ fondamentale che il Comune, già attivo in questo senso in classe, dove viene insegnato ai bambini a non sprecare cibo, si attivi anche tangibilmente per ridurre il cibo scartato a mensa; altrimenti si crea un cortocircuito tra ciò che viene predicato e ciò che accade nella realtà. I genitori possono e devono contribuire agli sforzi educativi, e per questo vanno ascoltati”.