Ambiente

Biometano a Casanova, enti
diffidati da autorizzare progetto

Motivi sanitari e ambientali alla base della lettera di diffida inviata dal Comitato No Biometano di Sesto ed  Uniti al sindaco e agli enti che oggi martedi 19 novembre si riuniscono in Conferenza dei Servizi, affinchè si astengano “per il futuro dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività che possano condurre ad un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale, che riguardino impianti, come il biodigestore in itinere, difformi rispetto agli obiettivi vincolanti dell’Italia di riduzione gas climalteranti e della normativa (ad es. Next Generation UE) e Trattati internazionali e non rispondenti a bisogni dei cittadini”.

Con questi termini il comitato che si è presentato pubblicamente la scorsa settimana in assemblea pubblica a Sesto, alza la voce all’interno dell’iter avviato per l’Autorizzazione Unica dell’impianto di biometano proposto da Agripower nella frazione di Casanova.

La lettera di diffida à anche un invito a Carlo Vezzini, sindaco del Comune che in conferenza dei servizi ha già dato parere negativo all’impianto, a chiedere ad ATS Valpadana uno studio epidemiologico attuale della popolazione, a promuovere presso i comuni del Plis del Po e del Morbasco una deliberazione di diniego al progetto e a sostenere in Regione la richesta di audizone presso la Commissione Ambiente e con gli Assessorati Ambiente, Agricoltura e Sanità con la richiesta di messa in mora di nuovi impianti.

Nella lettera di diffida il comitato, preseduto dal residente di Casanova del Morbasco Innocenzo Lo Franco, precisa che l’impianto è previsto a “soli 60mt dall’abitazione più vicina e si aggiunge ad un contesto già gravemente impattato da un impianto industriale di gestione rifiuti in località “Baracchino” e uno nel vicino Comune di Acquanegra Cremonese, entrambi soggetti ad AIA, altri sei impianti di biogas, tre aziende agricole con Autorizzazione Integrata Ambientale, tre progetti commerciali/logistici nei Comuni confinanti in iter autorizzativo. In caso di realizzazione dell’impianto in oggetto vi sarà un conseguente effetto cumulativo delle emissioni nocive con conseguente aggravamento della già compromessa qualità dell’aria”.

L’impianto prevede l’avvio a recupero di sottoprodotti agricoli e animali per 55,5 mila t/anno, con lo scopo di trasformare le matrici in ingresso attraverso i processi di fermentazione anaerobica e di upgrading del biogas prodotto in biometano e la produzione di fertilizzante tramite l’attività di compostaggio della miscela digerita.
L’area in questione, lungo la via Sesto al confine con la frazione cremonese di Picenengo, ha al suo interno un  di un Corridoio Ecologico di II Livello, con vincoli paesaggistici e idrogeologici. Inoltre, fa presente il Comitato, “trattasi non di riconversione ma di riconversione ed ampliamento dell’impianto biogas esistente. Si registrerà un notevole aumento di consumo di suolo per la cementificazione e/o impermeabilizzazione di nuovo terreno”.gb

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