Prese a badilate il cane della
vicina. Pena di 2 mesi e 10 giorni
Condanna di due mesi e dieci giorni, pena sospesa e non menzione, per maltrattamento di animali e per minacce, e un risarcimento danni di mille euro. Questa la condanna emessa nei confronti di Gianfranco, un cremonese finito a processo per aver preso a badilate il cane della vicina di casa e per averla minacciata.
Thabu, un rhodesian ridgeback di 8 anni, a settembre del 2020 era stato preso a badilate sulla spina dorsale nel suo giardino. L’animale aveva riportato una “tumefazione paravertebrale sul lato destro costale non calda”, aveva scritto nel referto la veterinaria.
“Vi ammazzo tutti, tanto hai lo sfratto, sei una malata di mente, devi morire pazza, il cane non deve uscire”, aveva detto l’imputato ad Antonella, la padrona di Thabu, tenendo alzata la pala spazzaneve.
Tra i due vicini i rapporti sono sempre stati pessimi. La notte del 19 settembre Antonella, che a processo era assistita dall’avvocato Vittorio Tria di Brescia, era rincasata dopo una serata passata con amici. Era stanca, e anzichè portare fuori il cane, lo aveva liberato nel giardino di sua proprietà, uno spazio di 500 metri quadrati. Lei era rimasta sulla porta.
La sua proprietà confina con quella del vicino, che può passare nel giardino attraverso una stradina. “L’ho visto chiaramente colpire il mio cane con un badile”, ha detto Antonella, che dopo la sentenza è scoppiata in lacrime. “Ho chiamato subito i carabinieri. Quando sono arrivati il badile era lì, lo hanno visto, poi sono entrati in casa, ho spiegato loro che cosa era successo e quando sono usciti il badile non c’era più. Il vicino lo aveva fatto sparire”.
Per l’imputato, il pm aveva chiesto l’assoluzione per le minacce, “reciproche”, per l’accusa, “visto che sono nate all’interno di un rapporto conflittuale”, ma aveva chiesto la condanna a tre mesi per il maltrattamento del cane, non credendo alla versione del vicino che aveva sostenuto di aver preso la pala solo per raccogliere i bisogni del cane.
Secondo l’avvocato Mimma Aiello, difensore dell’imputato, non c’era la prova che il suo assistito avesse colpito il cane. “Era buio, non si vedeva nulla”.
Tra 60 giorni il giudice depositerà la motivazione della sentenza.
Thabu è morto ad aprile del 2021, avvelenato da una polpetta sempre nel giardino di casa. Oggi Antonella non abita più a Cremona. Si è trasferita in provincia di Brescia insieme a due nuovi cani.
Sara Pizzorni