Cronaca

Sciopero: a Cremona l'industria
metalmeccanica incrocia le braccia

Nel frattempo il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Usb di sospendere l’ordinanza di precettazione del ministro Salvini

La rabbia dei lavoratori del comparto industria metalmeccanica arriva allo sciopero. Dopo oltre sei mesi di confronto e otto incontri, il 12 novembre Federmeccanica-Assistal ha rigettato le richieste dei sindacati presentando una contro-piattaforma che, di fatto, rigetta le rivendicazioni dei lavoratori.

“L’unica piattaforma su cui siamo disposti a trattare è quella votata da oltre 411.000 metalmeccanici,” – afferma Armando Generali, Segretario Generale Fiom Cgil Cremona – “la stessa che le associazioni datoriali hanno deciso di ignorare.

Le richieste di un aumento salariale dignitoso e di tutele per i lavoratori precari sono state respinte. Federmeccanica-Assistal si rifiuta di affrontare temi importanti come la riduzione dell’orario di lavoro, il diritto alla formazione, la stabilizzazione dei contratti precari e l’applicazione del CCNL agli appalti del settore, alimentando ulteriore precarietà e incertezza”.

“In risposta a questo atteggiamento inaccettabile”, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno proclamato un pacchetto 8 ore di sciopero e il blocco ad oltranza di straordinari e flessibilità.

Le prime 4 ore di sciopero sono convocate, in provincia di Cremona, venerdì 13 dicembre, nelle ultime ore di ogni turno di lavoro, le altre 4 ore di sciopero saranno calendarizzate entro il 15 di gennaio con l’obiettivo di riaprire le trattative.

“La rottura delle trattative è un attacco diretto ai diritti e alla dignità di migliaia di lavoratrici e lavoratori.” – prosegue Generali – “Il nostro obiettivo è riaprire queste trattative, ma sulla base delle richieste votate da lavoratrici e lavoratori”.

Per Monica Tonghini, segretaria Fim Cisl Asse del Po, “le proposte avanzate da Federmeccanica e Assistal, pur includendo una previsione di aumento salariale di 173,37 euro per il quadriennio 2024-2028, non affrontano i temi centrali della piattaforma sindacale e risultano peggiorative rispetto agli accordi consolidati. In particolare, la clausola di salvaguardia è stata modificata negativamente, posticipando il recupero del differenziale inflattivo a 18 mesi. Non vi sono progressi su temi cruciali come salute e sicurezza, appalti, orari di lavoro e conciliazione vita-lavoro”.

Nel frattempo il Tar del Lazio, come ha fatto sapere l’Unione Sindacale di Base, ha accolto la richiesta di Usb di sospendere l’ordinanza di precettazione del ministro Salvini. “Domani”, scrivono dal sindacato, “lo  sciopero è generale, regolare e legittimo e durerà 24 ore anche nei trasporti. Per una volta vincono i lavoratori e vince la democrazia”.

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