Minacciata con un coltello alla
gola. La gelosia diventa stalking
Un’altra storia di stalking è stata discussa nell’aula penale del tribunale di Cremona. A processo c’è un 38enne difeso dall’avvocato Luca Curatti. La sua “vittima” è una ragazza di 22 anni, studentessa, che nel novembre dell’anno scorso lo ha querelato. La gelosia di lui lo avrebbe portato ad assumere comportamenti persecutori, con insulti, violenze e minacce. Per l’accusa, lui la controllava di continuo, anche sui social, cercando di impedirle di avere contatti con le amiche.
Ancora terrorizzata, la giovane ha ripercorso la loro storia e parlato degli episodi che l’avevano portata a porre fine alla loro relazione. Come la volta in cui lui era entrato in casa urlando e lei per paura si era nascosta in camera.
Prima di raggiungerla, secondo il racconto della vittima, l’imputato era passato dalla cucina dove aveva preso un coltello che le aveva puntato alla gola, minacciandola e obbligandola a seguirlo. Lui l’aveva condotta in riva al canale Vacchelli dove aveva gettato in acqua i regali che le aveva fatto in passato, obbligandola a gettarsi in acqua per recuperarli, consapevole del fatto che lei non sapesse nuotare.
Lui poi le chiedeva scusa e tornava ad essere l’uomo di cui si era innamorata, ma la sua gelosia non tardava a riemergere. Ossessionato, le controllava il telefono anche di notte, le diceva che era una poco di buono perchè a cena aveva indossato un vestito elegante.
Nell’autunno del 2021 lui era rimasto fuori dall’azienda dove lei lavorava per cinque ore ad attenderla. La ragazza era riuscita ad uscire senza farsi vedere e a raggiungere la sua abitazione. Poco dopo se l’era trovato sotto casa. Dal balcone, la 22enne lo aveva visto avvicinarsi alla sua auto. Il giorno dopo la gomma era a terra, tagliata.
Nel dicembre del 2023 le aveva fatto trovare, inserite tra la portiera e il finestrino dello sportello lato guida dell’auto di lei, due fotografie che li ritraevano insieme durante una vacanza estiva.
Un altro giorno, invece, dopo averla incontrata per caso, le si era avvicinato mentre lei era in auto, aggrappandosi al finestrino e riuscendo ad abbassarlo con forza. Poi aveva infilato il braccio all’interno dell’abitacolo portandosi via tre portachiavi appesi allo specchietto retrovisore.
Altri testimoni saranno sentiti nell’udienza del prossimo 23 maggio.
Sara Pizzorni