Ambiente

Tamoil, il Ministero chiede
8,5 milioni di risarcimento

Nella foto da sinistra a destra: Gino Ruggeri, Sergio Ravelli, Luca Ghidini e Saverio Simi

Otto milioni e mezzo di euro il risarcimento chiesto a Tamoil dal ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica nell’ambito del processo penale all’ex raffineria che si è chiuso con sentenza passata in giudicato nel 2019. Il dicastero, attraverso la relazione e lo studio Ispra sull’inquinamento prodotto dall’azienda di raffinazione, ha individuato due profili di danno ambientale. La ‘famosa’ istruttoria Ispra, “segreto di Pulcinella, strano che il Comune di Cremona non l’avesse”, secondo Sergio Ravelli del partito radicale, che oggi ha presentato le conclusioni dello studio in conferenza stampa con Luca Ghidini e Saverio Simi di Forza Italia.

Istruttoria elaborata all’indomani della condanna di Tamoil per disastro ambientale e relativa al periodo 2001/2006, fase storica considerata nel processo penale ormai concluso da cinque anni. Non tiene quindi conto di quanto successo dal 2020 ad oggi che è invece oggetto dell’esposto del radicale Gino Ruggeri da cui nasce la nuova inchiesta penale a carico di Tamoil rispetto alla quale a febbraio, dopo che il pm ha in questi giorni incaricato un esperto di effettuare approfondimenti, “dovremmo avere novità – ha detto Ruggeri – e su questa nuova partita siamo ottimisti”.

La relazione Ispra, ha spiegato Ravelli, ha preso in considerazione due tipologie di danno: un danno ambientale attuale dovuto al quantitativo di sostanze inquinanti presenti nelle acque sotterranee delle aree esterne al sito aziendale diffuse tra il 2001 e il 2006, come conseguenza dei mancati interventi di messa in sicurezza da parte della Tamoil (si ricorda che la barriera idraulica è stata attivata solo a partire del 2017); e un danno ambientale temporaneo dovuto alla permanenza della contaminazione per tutto il tempo di diffusione delle sostanze inquinanti compreso tra il 2001 e il 2006, con la conseguente perdita di servizi ecosistemici.

Al fine di individuare l’entità del danno, l’Ispra ha quantificato l’inquinamento che si è diffuso nelle aree esterne dal sito Tamoil tra il 2001 e il 2006, in assenza della barriera idraulica e che è costituito da: circa 16 milioni e 800 mila metri cubi di acque contaminate; circa 42 tonnellate di idrocarburi totali e circa 2,6 tonnellate di BTEX (vale a dire benzene, toluene, etilbenzene, xilene, sostanze altamente nocive); il tutto su circa 40.000 mq di area golenale da tempo interessata dalle attività di ripristino ambientale.

Per il danno temporaneo il ministero chiede nella causa civile contro Tamoil un risarcimento di 4 milioni e 368mila euro. Oltre al danno ambientale materiale, l’Ispra ha ritenuto che i fatti oggetto della sentenza penale rappresentano anche, per la propria natura, il presupposto di un danno all’immagine dello Stato e all’esercizio di funzioni e poteri dello Stato in materia ambientale. Per questo chiede a Tamoil 4 milioni di euro. “Ma c’è un ultimo elemento da considerare – dice Ravelli -. Oltre al danno ambientale arrecato, l’Ispra affronta anche la problematica del ripristino dei servizi ecosistemici perduti a causa dell’inquinamento relativi alle acque sotterranee e all’area golenale. In questa direzione può indirizzarsi l’attività dell’ente che opera in ambito locale, vale a dire il Comune di Cremona, nel cui territorio è presente il danno ambientale. Per queste finalità e con questo vincolo di destinazione, il Ministero dell’ambiente può decidere, come ha già fatto in casi analoghi, di destinare al Comune di Cremona una parte del risarcimento ottenuto in sede civile. Pertanto il Comune – conclude polemicamente Ravelli – dovrebbe essere fortemente interessato alla causa civile intentata dal ministero. Dovrebbe occuparsene e preoccuparsene invece di far finta di niente e silenziare il tutto”.

Ghidini e Simi di Forza Italia invece puntano a indire una manifestazione di interesse internazionale per utilizzare al meglio, per progetti ambientali a beneficio della città, i 2,4 milioni di risarcimento già arrivati al Comune.

Queste le dichiarazioni di oggi in conferenza stampa condivise da Ghidini e Simi di Forza Italia: “Il Comune di Cremona ha già ottenuto dalla Tamoil un risarcimento di € 2.4000.000 grazie all’azione di Gino Ruggeri (provvisionale da € 1.000.000 sentenza n. 1117/2018 la Corte di cassazione) e alla successiva azione in sede civile assunta dal Comune di Cremona che si è conclusa lo scorso anno con una transazione su un importo di € 1.400.000. Il risarcimento totale ammonta, quindi, a € 2.400.000. Si tratta di risorse rilevanti per le quali esiste un vincolo di destinazione per la realizzazione di progetti ambientali a favore della città, come previsto dalla delibera n. 21 del 10 aprile 2019 approvata dal Consiglio Comunale di Cremona con il voto favorevole di 7 esponenti del Pd presenti nell’attuale amministrazione, di cui 5 con ruolo di assessore e uno di capogruppo. Crediamo che tale vincolo di destinazione delle risorse non debba essere messo in discussione”.

“Queste risorse – hanno proseguito Simi e Ghidini – sono dei cittadini cremonesi e devono rimanere tali. Non vogliamo, piuttosto, che diventino il bottino che la maggioranza vuole destinare, a proprio piacimento, ad attività o progetti già definiti. Chiediamo, invece, che le risorse siano destinate a un progetto ambientale valutato secondo criteri tecnici, scientifici e economici, allo scopo di realizzare gli interventi più utili per la nostra città. L’Amministrazione, nel suo complesso, ha certamente il compito di assumersi la responsabilità della decisione, senza prescindere però dalla valutazione di più proposte e a seguito di un’analisi comparativa ispirata da rigore e indipendenza. In questo senso il coinvolgimento del consiglio comunale, espressamente previsto dalla delibera, è un elemento per noi irrinunciabile. Allo stesso modo crediamo fondamentale e irrinunciabile avvalersi della conoscenza e della competenza di esperti in materia ambientale, come ad esempio il Politecnico di Milano, nell’ambito della Commissione di valutazione prevista dalla delibera. Da ultimo chiediamo che il percorso per l’individuazione del miglior progetto ambientale per la nostra città avvenga in tempi certi e contenuti, e che possa concludersi entro la fine del 2025. Lo dobbiamo ai nostri cittadini e a chi si è impegnato per ottenere questo risarcimento”.
Simone Bacchetta

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