Chirurgia da sveglio, centesimo
intervento all'ospedale di Cremona
Sotto i ferri un paziente non vedente: per la prima volta gli operatori hanno comunicato con il tatto.
Ennesimo intervento di chirurgia da sveglio all’ospedale di Cremona, il centesimo per l’equipe di Neurochirurgia dell’ospedale di Cremona, diretta dal dottor Antonio Fioravanti. Il paziente, Teseo, 65 anni, non vedente dal 2014 a causa di una patologia oculare, ha affrontato l’operazione nei giorni scorsi.
“Il paziente presentava una lesione localizzata nell’area fronto-temporale insulare, una delle aree più delicate del cervello” spiega Fioravanti. “Ad essere maggiormente interessato era l’emisfero di sinistra in cui sono localizzate le funzioni del movimento e del linguaggio. Considerata la disabilità del signor Teseo, la scelta della chirurgia da sveglio è stata motivata dalla necessità e dalla volontà di preservare il più possibile alcune funzioni fondamentali. In questo modo, durante la rimozione del tumore, le abilità linguistiche e motorie erano costantemente sotto verifica“.
“Non nascondo – aggiunge Fioravanti – che le preoccupazioni iniziali erano molte, anche sotto il profilo emotivo. Il signor Teseo è rimasto sveglio in sala operatoria per quaranta minuti, un tempo estremamente lungo, dimostrando una forza d’animo straordinaria. Teseo è stato dimesso venerdì scorso, sta bene e trascorrerà il Natale a casa con la famiglia”.
PER OTTENERE RISULTATI FONDAMENTALE IL LAVORO IN TEAM
La chirurgia da sveglio, praticata a Cremona da sei anni, è un gioco di squadra che coinvolge, oltre ai neurochirurghi con expertise, la neuropsicologa, i neuroradiologi, i tecnici di neurofisiopatologia e la neuroanestesista. “Per praticare questo tipo di tecniche chirurgiche e trattare patologie neoplastiche cerebrali è necessario creare un ambiente confidente” spiega Fioravanti. “Alla dimissione del signor Teseo la soddisfazione è stata di tutti: quando le cose si preparano bene, i risultati arrivano“.
UN INTERVENTO SU MISURA
“Ogni intervento di chirurgia da sveglio è particolare, il lavoro di preparazione e assistenza in sala operatoria è cucito su misura per il singolo paziente” racconta Sara Subacchi (Neuropsicologa). “Questo caso è stato impegnativo, ma anche molto coinvolgente: non vedere è una limitazione importante, il paziente andava messo a maggior ragione a suo agio perché più “disorientato” rispetto ad altri”.
“Per la prima volta, nella mia esperienza in sala operatoria non era possibile stabilire un contatto visivo con il paziente, per questo ho utilizzato il tatto: gli parlavo tenendogli la mano (che lui stringeva forte) per rassicurarlo”.
L’intervento è durato tanto, ma Teseo non si è mai lamentato di essere stanco e non ha mai voluto fermarsi. “Parlando con lui ho potuto comunicare episodi di speech arrest e di errori nel linguaggio al dottor Fioravanti che ha avuto la possibilità di “correggere il tiro” in tempo reale. La scelta della chirurgia da sveglio è stata ottimale per la riuscita dell’operazione, un lavoro di équipe multidisciplinare in cui tutti, compreso il paziente, si sono adoperati per ottenere il miglior risultato possibile” conclude Subacchi.
L’ÉQUIPE IN SALA OPERATORIA
Al fianco del dottor Antonio Fioravanti c’erano: Carmine D’Onofrio e Omar Porrini Prandini (Neurochirurghi), Elena Grappa (Neuroanestesista), Sara Subacchi (Neuropsicologa), William Mariani e Claudia Dilda (Infermieri strumentisti), Silvia Mazzoni e Martina Falco (Nurse di anestesia) e Giusi Vitale (Tecnico di neurofisiologia).