Comitati di quartiere:
"Ai cittadini si diano risposte"
Gentile Direttore,
l’amministrazione, a nome del vicesindaco Romagnoli, propone di “ridisegnare i quartieri per comunità più forti”. Sulla carta figurano 16 quartieri. Due di questi, Novati e Castello, non sono mai stati rappresentati e non si è mai costituito il comitato di quartiere, oltre al comitato del quartiere Bagnara che si è sciolto nel febbraio 2023, per dimissioni in massa. Vorrei, da ex presidente del comitato del quartiere Po, dare il mio parere sulla questione.
Sono d’accordo sull’allargamento delle aree di competenza diminuendo il numero dei quartieri. Rimane comunque il problema della scarsa partecipazione. In base all’esperienza fatta posso dire che la gente è spinta a partecipare se, nel concreto, si rende conto dell’utilità di una struttura.
Invece i quartieri segnalano criticità all’amministrazione e spesso non vengono risolte, come: l’arredo urbano da integrare e ricondizionare, la siepe del viale Po, i marciapiedi e le strade, il ponte sul Morbasco (da luglio 2022), centinaia di alberi mancanti, pali incidentati dell’illuminazione da installare (più di 20), illuminazione pubblica da migliorare in generale, pali in mezzo alle ciclabili, la fontana di piazza Cadorna completamente spenta, tabelloni luminosi (segnaposti auto e turistici) spenti da anni, la scarsa pulizia dei marciapiedi, la carente gestione del verde e altro ancora. Tutte criticità segnalate senza risultati decine di volte.
Si possono allargare i quartieri finché si vuole, ma se non si danno risposte e soluzioni con tempistiche certe i cittadini si sentiranno sempre più sudditi di un potere lontano e distante dalla propria vita reale. E si allontaneranno sempre più dalla partecipazione. Lo stesso fenomeno che, in grande, si riscontra da anni con l’aumento degli astenuti (quasi il 40% degli elettori) alle elezioni politiche.
Cordiali saluti
Matteo Tomasoni