Cronaca

Un cremonese nell'inferno del
fuoco: "C'è molta cenere nell'aria"

Da ormai una settimana Los Angeles brucia. Le cause che hanno portato allo scoppio di numerosi incendi nella città della California sono molteplici, ma la situazione attuale non lascia spazio per la ricerca delle cause mentre il forte vento alimenta le fiamme.

Aria irrespirabile, circa una ventina le vittime accertate, più di 12.300 le strutture distrutte, con oltre 40mila acri bruciati per non parlare di sfollati, sciacallaggio e mancanza di elettricità. La città degli angeli è diventata un inferno e tiene in scacco l’America intera. Tra i presenti a Los Angeles anche Matteo Saradini, originario di Casteldidone, vive e lavora dal 2013 a Venice Beach, vicinissima ad una delle zone colpita dai roghi: “Sono stato in Italia per tutte le feste, per la vacanza di Natale – racconta -. Tantissimo terreno è stato bruciato, tutte le case di questo quartiere Pacific Palace sono state distrutte. Anche la zona di Malibu è stata distrutta in parte. Ci sono stati danni ingenti, ma si parla già di una ricostruzione. Il presidente Biden ha dato anche supporto finanziario per garantire una ripresa economica della città”.

In queste ore per contenere gli incendi di Palisades, Heaton e Hurst il servizio forestale ha lanciato dagli aerei una sostanza chimica di colore rosa chiamata Phos-Chek che ritarda l’accensione delle fiamme, ma la situazione rimane difficile: “La mia zona, per fortuna, non è stata colpita. Io abito al sud, 10 minuti dall’incendio principale, qui non essendo circondata da foreste, non è a rischio al momento. L’aria è abbastanza tossica in questo periodo. Abbiamo sempre purificatori anche in ufficio. C’è molta cenere anche nell’aria, quindi ci sono un po’ di problemi di vario tipo, anche respiratori, al momento”.
Lorenzo Scaratti

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