Auricchio sui dazi Usa: "A un alleato
non devi sparare alla schiena"

Export in calo e danni al Made in Italy con ripercussioni concrete anche sul territorio e sulle aziende nostrane.
Con l’elezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti d’America e il successivo insediamento alcuni giorni fa alla Casa Bianca, tornano tra gli imprenditori i timori per possibili nuovi dazi sui prodotti provenienti dal Bel Paese.
Tra i settori che potrebbero essere colpiti dalla politica protezionista del tycoon, anche quello lattiero caseario, come è già accaduto durante gli anni pre-pandemici. Un danno per una filiera tra le più importanti del sistema economico italiano, che parla anche cremonese: quello degli Stati Uniti ad oggi è infatti uno dei mercati con maggiore potenziale di crescita con esportazioni che toccano il mezzo miliardo di euro. Dati importanti che potrebbero subire una nuova battuta d’arresto, analoga a quella del 2020, quando si registrò una perdita di oltre 64 milioni, pari a quasi il 20% del totale.
Preoccupazioni che arrivano anche da parte del cremonese Antonio Auricchio, presidente del consorzio Tutela Gorgonzola e vicepresidente di AssoLatte.
“Trump aveva già messo dei dazi nel nostro settore quando era presidente la volta scorsa – ha commentato Auricchio – Biden li ha solo sospesi; ora dobbiamo auspicare che non li rimetta, visti anche gli ottimi rapporti con la nostra politica. Va inoltre considerato che il 10% della popolazione americana è composta da italiani di prima, seconda, terza generazione: speriamo che facciano capire che i formaggi italiani sono di un’altra dimensione, di un’altra categoria”.
Ad ogni modo, per resistere alle nuove tempeste che si affacciano all’orizzonte, per Auricchio serve che il settore continui a puntare sulla qualità dei suoi prodotti. “Bisogna tenere altissima la qualità – ha proseguito il vicepresidente di AssoLatte – perché in caso contrario rischiamo di non essere competitivi; ma soprattutto dobbiamo, noi come cooperazione, insieme alla politica, ai consorzi, agli industriali, cercare di proteggere questo grande patrimonio. I nostri formaggi non sono solo gusto, sono cultura”. E sul futuro del settore, Auricchio conclude “questi dazi sarebbero uno smacco per i nostri consumatori; siamo alleati degli americani, e ad un alleato non devi sparare nella schiena”.
Andrea Colla