Cronaca

"Martellava di giorno e di notte"
Molestati dal vicino "abusivo"

L'imputato è a processo per stalking

Chiodi e cocci di bottiglie di vetro sulla strada per evitare il passaggio, il martello pneumatico a tutte le ore, di giorno e di notte, e poi le minacce e le molestie. Anni da incubo, quelli trascorsi tra il 2019 e il 2021 da una coppia di cremonesi residenti in una cascina di Pizzighettone, parti civili nel processo contro Mario (nome di fantasia), 68 anni, il loro vicino di casa finito sul banco degli imputati per stalking. Marito e moglie sono assistiti dall’avvocato Vito Alberto Spampinato, mentre il 68enne è difeso dall’avvocato Gianluca Pasquali.

Nel 2019 marito e moglie avevano preso due case adiacenti a quelle del vicino, che viveva già lì da prima. “I nostri rapporti sono sempre stati “quasi nulli”, ha raccontato Francesca (nome di fantasia). Fino a quando a Mario era imploso il tetto della cascina. Un episodio che aveva molto spaventato la coppia, che aveva deciso di attivarsi, facendo presente l’accaduto al sindaco di Pizzighettone.

L’avvocato Spampinato

Fatto, questo, che secondo le vittime avrebbe scatenato la reazione dell’imputato. “Il nostro vicino doveva risanare l’edificio perchè non era agibile“, hanno raccontato in aula Francesca e il marito Antonio (nome di fantasia). “Ma lui, anzichè rivolgersi ad un’impresa di ristrutturazione, ha fatto il fai da te, martellando di giorno e di notte“. “Non si poteva dormire”, hanno detto i due coniugi. “Per questo motivo era un continuo chiamare i carabinieri”.

Secondo l’accusa, oltre ai rumori molesti provocati dai lavori, il vicino sbatteva intenzionalmente il portone di ingresso in piena notte per disturbare il sonno dei vicini, teneva anche di notte la televisione e la radio ad altissimo volume e lanciava petardi verso l’abitazione della coppia. “Io sono un’insegnante”, ha riferito Francesca al giudice. “Nel periodo del Covid dovevo tenere le lezioni online, ma con tutto quel rumore e senza dormire le notti ho avuto serie difficoltà”.

L’avvocato Pasquali

 

E poi le minacce: “Dovete morire, siete dei bastardi”, avrebbe detto loro l’imputato. “Vi faccio vedere io che vi combino, crepa, vi ammazzo”. “Ero arrivata ad un punto che non me la sentivo più di uscire di casa“, ha riferito Francesca, che ha anche raccontato di quando il suo vicino era uscito armato di spranga e aveva minacciato i suoi genitori, e di quando volavano coppi e lui aveva cosparso il tratto di strada libera con chiodi e cocci di bottiglia.

Disperati, marito e moglie si erano rivolti al sindaco e poi anche al difensore regionale civico che aveva emesso un’ordinanza di sgombero immediato. La cascina era stata dichiarata inagibile e il vicino era stato costretto a lasciare l’abitazione. “Erano state collocate delle transenne”, hanno ricordato marito e moglie, “e nonostante l’ordinanza, il nostro vicino tornava. Urlava, sbatteva le transenne e poi si nascondeva nel garage”, l’unica parte della cascina che non era stata dichiarata inagibile.

Altri testimoni del pm saranno sentiti nell’udienza del prossimo 30 maggio.

Sara Pizzorni

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