Cronaca

Mal'Aria, Cremona seconda città
per concentrazione media di Pm10

Cremona si conferma come una delle città più inquinate d’Italia: a dirlo è l’edizione 2025 di Mal’Aria, il report di Legambiente sulla qualità dell’aria nelle città italiane. Con una concentrazione media annuale di Pm10 pari a 30,7 microgrammi per metro cubo, il nostro territorio è il secondo peggiore del Paese, dopo Verona. Secondo le stime di Legambiente, sarebbe necessaria una riduzione del 35% per rientrare nei limiti previsti dalle normative europee a partire dal 2030.

Guardando invece ai giorni di superamento, Cremona si colloca all’11esimo posto a livello nazionale, con una media di 52 giorni di sforamento (In piazza Cadorna a Cremona il limite è stato superato per 57 volte, mentre 46 è il risultato della centralina di via Fatebenefratelli). Con questi numeri, Cremona rientra tra le città indicate da Legambiente come quelle che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%.

Al primo posto per inquinamento si conferma Frosinone che insieme con Milano sono maglie nere con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona con 66 e Vicenza con 64.

Complessivamente, la situazione in Lombardia è impietosa: tra le nove città capoluogo su dodici lontane dai nuovi limiti per il PM10 solo Como non dovrà ridurre la concentrazione di PM10 di un valore superiore al 20%.

Nel 2024 sei capoluoghi (Milano, Cremona, Brescia, Monza, Lodi, Pavia) hanno superato i 35 giorni di franchigia per il PM10, con Milano seconda a livello nazionale.

“Mal’Aria e Città 2030 delineano un quadro poco incoraggiante sia per gli obiettivi condivisi a livello europeo sia per la salute dei cittadini,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “La qualità dell’aria continua ad essere un territorio inesplorato da parte della politica regionale, mentre per ciò che riguarda la mobilità la notevole offerta di trasporto collettivo non riesce a scardinare il modello automobile-centrico, ormai sopravvivente oltre ogni ragionevolezza. È necessario un cambiamento sia culturale sia amministrativo, se si vuole innovare l’economia e la società al passo con la necessaria transizione ecologica”.

 

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