Cronaca

Minacce e ingiurie alla moglie,
condannato a 3 anni e sei mesi

Una gelosia ossessiva, che sfociava in un controllo maniacale di ogni movimento della moglie, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Mario Tacchinardi: è stato così condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione, un 36enne residente nel Cremonese. Le accuse nei suoi confronti, secondo quanto esposto nel capo di imputazioni, erano di ingiurie, violenze verbali e minacce gravi, anche di morte, spesso di fronte al figlio piccolo.

L’uomo, secondo l’accusa, aveva “posto in essere condotte reiterate, spesso sotto l’effetto di stupefacenti”. Vicende per le quali la donna aveva chiesto più volte l’intervento delle forze dell’ordine, e infine aveva dovuto trasferirsi in una comunità protetta. Una situazione che per lungo tempo l’aveva lasciata in una condizione di costante terrore.

Le minacce che arrivavano dal marito, secondo l’accusa, erano frasi come “Ti uccido” o “Ti taglio la gola”, senza contare le tante ingiurie. La donna veniva inoltre costantemente accusata dal marito di essergli infedele. L’uomo aveva si trovava anche in una situazione di costante alterazione e paranoia, che lo portava a credere di avere telecamere e microspie installate in casa, e a girare con in mano un coltello.

Addirittura, era arrivato a controllarla quando andava in bagno. Uno degli episodi clou si era svolto il 10 gennaio 2022, quando, alterato dall’abuso di alcolici, l’aveva insultata pesantemente, per poi frantumare un tavolino e i vetri di due porte dell’appartamento in cui vivevano. L’uomo aveva anche aggredito il padre della moglie, intervenuto per darle una mano, spintonandolo e facendolo cadere a terra, tanto da richiedere l’intervento del Carabinieri.

Altro episodio contestato, quello verificatori il 30 marzo 2023, quando senza apparente motivo, in un eccesso di rabbia, l’uomo aveva preso a girare per la casa armato di coltello, perquisendo l’abitazione.

LaBos

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