Cronaca

Non ha la macchina ma riceve una
pioggia di multe: 43enne truffata

Non ha l’auto e nemmeno la patente. Eppure si è trovata con una pioggia di multe. Colpa, secondo l’accusa, di Virender Singh, 31enne indiano, a processo per sostituzione di persona. L’uomo avrebbe ingannato il titolare di un’agenzia di servizi automobilistici del cremonese, facendo intestare una Bmw a Kaur, 43enne indiana residente a Mogliano Veneto, dichiarando che fosse la sua ragazza, fornendo un’autocertificazione e la fotocopia a colori della carta d’identità e della tessera sanitaria della donna, e firmando il passaggio di proprietà con il nome di Kaur.

L’uomo è accusato anche di reati di falso per aver prodotto una falsa autocertificazione a firma della donna e per aver alterato la copia della carta d’identità della stessa, modificandone l’indirizzo di residenza.

L’avvocato Corbari

La donna si era vista arrivare numerosissime sanzioni: a dicembre del 2019 aveva sporto denuncia, dicendo di aver ricevuto, un mese prima, un decreto penale emesso in Svizzera per una multa relativa ad una Bmw di sua proprietà. Ma la donna aveva sostenuto di non aver mai posseduto automobili, di non avere la patente e di non essere mai stata in Svizzera.

Dopo la denuncia, la vittima aveva ricevuto numerosi altri verbali di contestazione, ingiunzioni di pagamento e preavvisi di iscrizione di fermo amministrativo del veicolo che risultava intestato a lei.

L’avvocato Pacifici

Nel novembre del 2021, da parte di Regione Lombardia, erano state notificate alla 43enne due ingiunzioni di pagamento relative al mancato versamento della tassa automobilistica per l’anno 2018. La mole di cartelle e di ingiunzioni che la donna ha ricevuto, per un totale di 4.960 euro, l’ha costretta innumerevoli volte ad attivarsi, tramite il suo legale, per avere copia degli atti, fare istanze ed impugnare i provvedimenti presso svariate autorità giudiziarie sparse nel Nord Italia, accollandosi le relative spese.

A processo, l’imputato è assistito dall’avvocato Massimiliano Corbari, mentre la donna, che ha sostenuto di non aver mai conosciuto il 31enne, si è costituita parte civile con l’avvocato Caterina Pacifici.

“Sì, il documento di identità è il mio”, ha detto oggi Kaur in aula. La donna ha raccontato di aver fatto online la patente, che poi non ha preso, e di aver dato il suo numero di telefono e di aver inviato alla scuola quattro foto. “Non so chi mi ha risposto al telefono”.

L’indiana, rispondendo ad una domanda dell’avvocato Corbari, ha negato di essere stata a Cremona al matrimonio dell’imputato. «Sono stata a un matrimonio di familiari, se poi c’era anche questo signore, io non lo so. Io non lo conosco”.

L’udienza è stata aggiornata per la sentenza al prossimo 17 aprile.

Sara Pizzorni

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