Decreto sicurezza: per tre giorni
i penalisti incrociano le braccia

Dal 5 al 7 maggio anche a Cremona i penalisti si asterranno dalla celebrazione delle udienze per lo sciopero indetto dalla Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane a seguito dell’approvazione del “decreto sicurezza” varato dal Governo e dell’attuale situazione delle carceri.
Oggi alle 10 nell’aula Panettieri del tribunale di Brescia si terrà un’assemblea straordinaria per un confronto sui temi imposti dalla normativa.
“Si tratta di un provvedimento nel quale”, si legge nella nota della Camera Penale della Lombardia Orientale, “dopo più di un anno di discussione in Parlamento dell’originario Disegno di Legge, è confluito pressoché integralmente il testo precedente: un testo che mette in discussione principi costituzionali e garanzie fondamentali. Prima ancora del testo, ci preoccupa il metodo: si tratta di un evidente abuso dello strumento della decretazione d’urgenza, non sussistendone i presupposti costituzionali”.

“Quanto ai contenuti”, l’Unione delle Camere Penali Italiane “si unisce alle molte voci autorevoli che evidenziano le criticità di questo pacchetto sicurezza, improntato non alla prevenzione, ma unicamente alla punizione a costo zero e all’offerta alla pubblica opinione di soluzioni di impatto esclusivamente simbolico che non miglioreranno la sicurezza dei cittadini. Preoccupa la scelta di reprimere con lo strumento penale forme di dissenso che devono potersi manifestare in una società democratica, così come l’accanimento verso una micro-criminalità marginale o ideologicamente oppositiva”.
“Ancora una volta”, si legge, “assistiamo all’introduzione di nuove, inutili fattispecie di reato, di aggravanti dalla ratio incomprensibile, di misure che vanno nel senso diametralmente opposto a quello dell’auspicabile implementazione delle pene e misure alternative al carcere, nonostante la drammatica situazione in cui versano le carceri italiane quanto a sovraffollamento, carenza di lavoro e attività trattamentali, insufficiente tutela della salute fisica e mentale dei reclusi: tutte circostanze destinate a peggiorare la sicurezza nel nostro Paese”.
“Si tratta di un provvedimento che non ha nulla a che fare con la sicurezza”, sostiene l’avvocato Micol Parati, presidente della Camera Penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’. “L’entrata in vigore di queste norme non darà altro che aumentare la popolazione carceraria, portando al definitivo collasso il sistema penitenziario che è già allo stremo”.
Sara Pizzorni