"Valigia di salvataggio" per dire
no alla violenza di genere
Questura, comuni, associazioni e rugby hanno presentato il progetto "Valigia di salvataggio" e firmato il protocollo d'intesa contro la violenza di genere
E stato firmato questa mattina in Questura il Protocollo d’intesa per il sostegno e la promozione di azioni condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza di genere tra Questura, i Comuni di Cremona e Gerre de’ Caprioli e le associazioni Salvabebè Salvamamme e Sportiva Cremona Rugby. Il progetto presentato si chiama “Valigia di salvataggio”, ed è uno strumento in grado di supportare concretamente le donne vittime di violenza domestica, costrette ad abbandonare la propria abitazione.
All’incontro, moderato da Eleonora Rustici, ex rugbista e attiva nel sociale, alla presenza anche di atleti delle Fiamme Oro, hanno partecipato il questore Ottavio Aragona, l’assessore del Comune di Cremona Luca Zanacchi, il sindaco di Gerre de’ Caprioli Michel Marchi, il vice sovrintendente Massimiliano Bizzozero per le Fiamme Oro Rugby, Katia Pacelli per l’associazione Salvamamme e Stefano Varrella per il Cremona Rugby Asd. Presenti anche gli studenti dell’Istituto IAL che hanno effettuato le riprese e le fotografie, installato produzioni artistiche sul tema “Valigia di salvataggio” e distribuito una brochure, realizzata per l’occasione, in cui sono illustrati il protocollo stipulato e il progetto.
Con la “Valigia di salvataggio” si fornisce un supporto concreto alle donne vittime di violenza domestica costrette a fuggire di casa, magari anche con bimbi piccoli a cui si forniscono beni essenziali per le prime, delicatissime ore dall’abbandono dell’abitazione. Con la sottoscrizione del protocollo di oggi è stata sancita la partnership che prevede la consegna delle prime tre valigie di salvataggio che saranno custodite e consegnate dal Cremona Rugby. Il progetto è accompagnato da una massiccia campagna di sensibilizzazione che grazie alle Fiamme Oro Rugby è approdata anche sui campi da gioco attraverso specifiche attività educative incentrate sulla parità di genere, ispirate ai principi fondamentali del rugby.
“Un passo in avanti per implementare quella rete che esiste già e grazie alla quale oggi molte più donne denunciano”, ha detto il questore Aragona.
“Un progetto concreto che parte dal momento in cui le donne escono di casa senza portare dietro nulla e che le aiuta a non tonare indietro, evitando il rischio del cosiddetto ultimo appuntamento”, ha spiegato a sua volta Katia Pacelli. “Le donne hanno accoglienza e sostegno psicologico e legale, e la valigia rappresenta un nuovo viaggio di allontanamento dalla violenza. Le donne devono sapere di essere effettivamente aiutate per una ripartenza con la loro vita”.
“Quella della violenza”, ha detto a sua volta Massimiliano Bizzozero, “è una malattia che sta raggiungendo anche i più giovani, che sono sia vittime che carnefici di questi reati. Tra le altre cose, il rugby insegna che il corpo dell’altra persona è qualcosa che deve essere rispettato. Bisogna sostenersi e stare in ascolto dei ragazzi, dare loro voce, perchè hanno delle idee meravigliose e sono molto più avanti rispetto a noi. Va creata una cultura. Con l’ascolto, possiamo anticipare i segnali e agire di conseguenza”.
“La cultura rugbistica è un faro per tutte le discipline sportive”, ha detto Luca Zanacchi, che prima di diventare assessore faceva l’educatore. “Anche nello sport si generano violenze, e non sempre la parola sport equivale al rispetto della persona. E’ necessario diffondere la cultura del rispetto anche nello sport e c’è bisogno di tenere alta l’attenzione su questi temi e non farli passare nel silenzio”.
“Grazie al rugby”, ha segnalato Michel Marchi, “a Gerre tante famiglie si sono avvicinate allo sport. Mai avrei pensato che da una palla ovale si arrivasse a parlare di un protocollo che è un valore in più. Non esiste, nelle nostre giornate, un momento dove non si percepisca una forma di discriminazione. Forme che con il trascorrere del tempo possono dar vita a questi fenomeni di violenza. Dobbiamo quindi ripartire dalla quotidianità e dal rispetto reciproco”.
Infine Stefano Varrella, che ha parlato del ruolo “sociale” che “un’associazione sportiva deve formare. Si tratta di una responsabilità nei confronti della collettività”.


Nel pomeriggio, dalle 15.00, presso il campo da rugby di Gerre de’ Caprioli, si è svolto un allenamento gestito dai tecnici delle Fiamme Oro Rugby e del Cremona Rugby, a cui hanno partecipato le classi dello IAL e di Viadana e durante il quale è stata approfondita la tematica legata alla violenza di genere, prendendo spunto dai principi del rugby. Sempre in questa occasione, era presente anche uno stand informativo della Polizia di Stato, con personale in servizio presso la Divisione Anticrimine, che ha divulgato materiale informativo.
Sara Pizzorni