Cronaca

Lo studio cremonese Ori&Arienti al
Padiglione Italia della 19a Biennale

Prestigioso riconoscimento per l’architetto cremonese Maurizio Ori e lo Studio O+A Ori Arienti Paesaggio e Architettura, invitato al Padiglione Italia della 19° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, in corso fino al 23 Novembre 2025.

Il tema di questa edizione è “Intelligens: Naturale. Artificiale. Collettiva”. In questo ambito il Padiglione Italia, presso le Tese delle Vergini dell’Arsenale di Venezia, su proposta della Curatrice Guendalina Salimei, si propone di approfondire il rapporto TerraeAquae, ovvero la relazione di quelle delicate aree di “transizione” che caratterizzano le coste italiane e il Mar Mediterraneo.

Il progetto presentato Lo Studio O+A Ori Arienti è stato selezionato in questa importante manifestazione internazionale per presentare un progetto di recupero ambientale e paesaggistico/architettonico di un tratto di costa toscana in fase di realizzazione.

“Si tratta – spiega Maurizio Ori – di un recupero ambientale con zone di transizione (litorale, duna, laguna, pineta, sistema insediativo con aree agricole) per la salvaguardia ambientale e per il rinnovamento di una porzione di una importante azienda agricola toscana con riqualificazione produttiva ambientale, energie rinnovabili e attività ricettive nel paesaggio, per la creazione di una azienda multifunzionale.
Un tema di economia circolare che ‘tiene insieme’ salvaguardia ambientale, architettura, biodiversità, produzioni agricole sostenibili, energie rinnovabili e fruizione turistica di qualità. Un progetto di architettura e paesaggio che contraddistingue l’attività dello Studio Ori Arienti da anni e che lo vede partecipe in importanti manifestazioni internazionali”.

“Per affrontare un mondo in fiamme, l’architettura deve riuscire a sfruttare tutta l’intelligenza che ci circonda”, ha dichiarato in sede di presentazione della 19a Biennale, il curatore Carlo Ratti.

In particolare, Padiglione Italia presenta progetti e installazioni artistiche selezionati attraverso una Call for Visions and Projects lanciata a gennaio e conclusasi a marzo, rivolta a progettisti, studiosi e operatori della cultura, con lo scopo di raccogliere proposte progettuali, teoriche e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare delle aree costiere e portuali. Un invito rivolto a tutta Italia per immaginare la “forma del mare”, prefigurando visioni futuribili o utopiche, progetti e desideri per tutti quei luoghi di frontiera tra terra e mare in cui le regole dell’abitare sono assoggettate a una costante riconfigurazione.

I progetti selezionati riflettono la necessità di garantire una gestione sostenibile e una valorizzazione ambientale e culturale delle aree costiere e portuali, fondamentale per la resilienza dei territori, la conservazione del patrimonio naturale e, in generale, un dialogo più equilibrato tra terra e mare.

Tra le tematiche, alcune emergono con più urgenza: ripensare le cesure determinate da aree portuali, strade litoranee, insediamenti turistici e strutture abusive che interrompono la continuità sia tra città e mare sia tra ecosistemi naturali; reinterpretare i dispositivi di soglia, elementi di transizione tra terra e mare come dighe, moli, frangiflutti e barriere costiere, fari, piattaforme artificiali; riscrivere i waterfront come processo di rigenerazione urbana che può trasformare le aree costiere, urbane e non, in luoghi vivibili, accessibili e sostenibili; ripensare le infrastrutture ricettive e portuali per adattarsi ai cambiamenti climatici riducendo il rischio di dissesti idrogeologici e l’impatto sull’ecosistema naturale; riconvertire l’archeologia industriale, portuale e produttiva, abbandonata lungo le coste; riscoprire il patrimonio sommerso, naturale e archeologico; ridefinire le strategie di tutela attiva del patrimonio ambientale.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...