Cronaca

Matricida denunciò la moglie per
sottrazione di minore: "Va assolta"

Nell’estate del 2017 aveva abbandonato l’abitazione di via Panfilo Nuvolone al Cambonino dove viveva con il marito e il figlio, e insieme al bimbo, all’epoca di quattro anni, era fuggita, molto probabilmente per tornare in Marocco.

Quattro anni dopo, il 23 settembre del 2021, suo marito, il marocchino Younes, oggi 39enne, che era tornato a vivere con i genitori sempre al quartiere Cambonino, aveva selvaggiamente picchiato e sgozzato la madre. Affetto da deliri persecutori, il 12 dicembre del 2022 era stato assolto dall’accusa di omicidio volontario perchè non imputabile, essendo affetto da un vizio totale di mente.

Ora sotto processo è la moglie, una connazionale di 31 anni, accusata di sottrazione internazionale di minore per aver portato via dall’abitazione familiare il figlio avuto con Younes. Per lei, che nel frattempo è rientrata in Italia, la difesa, rappresentata dall’avvocato Andrea Balzarini, ha chiesto l’assoluzione. Stessa richiesta da parte del pm onorario. “E’ fuggita da un uomo pericoloso”.

“La mia assistita era stata minacciata“, ha spiegato l’avvocato della difesa, “è si è allontanata. E’ vero, non ha seguito le procedure corrette, ma l’ha fatto per paura“.

L’avvocato Balzarini

“Nella coppia c’erano rapporti conflittuali“, aveva già spiegato uno degli agenti della Squadra Mobile di Cremona che si era occupato delle ricerche della donna. Di denunce contro il marito, la 31enne non ne aveva fatte, ma sosteneva che l’uomo abusasse di sostanze alcoliche e che fosse spesso in uno stato alterato.

Quando lei era sparita, lui l’aveva chiamata più volte, senza mai avere risposta. Gli accertamenti effettuati sulle celle telefoniche l’avevano collocata prima a Lodi e poi a Torino, fino a Ventimiglia. Da lì sarebbe poi espatriata verso la Francia. Ora, invece, è rientrata in Italia. La sentenza, per lei, sarà emessa il 18 giugno.

Dopo essere stato lasciato dalla moglie, Younes era caduto in depressione. Nel 2016 aveva anche perso il fratello, deceduto dopo essere precipitato da una finestra dello stesso appartamento del quartiere Cambonino. Dal giugno del 2021, tre mesi prima di commettere il delitto, l’uomo, già in cura psichiatrica, non aveva più preso i farmaci che gli erano stati prescritti per la depressione. Il giorno dell’omicidio, il 39enne, ex muratore, dopo una lite con la madre, l’aveva picchiata e le aveva tagliato la gola.

Un delitto di una gravità inaudita”, l’aveva definito il pm. La donna era stata trovata trovata senza vita, stesa a letto e con il volto tumefatto, dal marito, ambulante al mercato, appena rientrato dal lavoro. Due i coltelli sporchi di sangue trovati nell’abitazione. Tanto era stata la violenza che i due coltelli si erano rotti dalla parte della lama.

Dopo aver ucciso la madre, Younes era fuggito. Si era cambiato i vestiti, aveva spento il telefono e aveva prelevato del denaro. La sua fuga era durata fino alla sera, quando la polizia lo aveva trovato mentre vagava a piedi per le vie di Cremona in stato confusionale. Era vestito nello stesso modo in cui era stato visto dai vicini durante la mattinata. Sugli indumenti, tracce di sangue. Sul corpo, ferite ed escoriazioni: il polso e le nocche gonfi e tumefatti. Oggi l’uomo è ospite in una comunità psichiatrica protetta in Valchiusa.

Sara Pizzorni

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