Cronaca

Famiglie con due mamme, Virgilio:
"Finalmente riconosciuto un diritto"

E’ incostituzionale il divieto per la madre intenzionale, ovvero quella non biologica, di riconoscere il figlio nato in Italia in seguito alla procreazione medicalmente assistita all’estero. In pratica: sì della Consulta al riconoscimento da parte di entrambe le mamme per i figli di coppie lesbiche.

Lo ha sancito la Corte costituzionale affermando che l’articolo 8 della legge numero 40 del 2004 è costituzionalmente illegittimo.

Nei casi di procreazione assistita (possibile solo all’estero per le coppie omosessuali) in Italia l’unico genitore riconosciuto è stato finora quello biologico, mentre l’altro è considerato un estraneo, anche se ha firmato il consenso informato per far nascere quel bambino o quella bambina, assumendosene tutte le relative responsabilità.

In concreto, le mamme non biologiche devono ricorrere all’adozione per poter figurare come genitori, oppure avere una delega per comportamenti quotidiani come andare a prendere i figli a scuola, firmare un permesso per una gita scolastica, un modulo per fare un vaccino. Dopo la sentenza di due giorni fa  non è più così.

Positivo il comento del sindaco Andrea Virgilio, affidato ieri alla sua pagina facebook: “Il mancato riconoscimento della madre non biologica, innanzitutto, lede il diritto di chi nasce. Noi lo dicevamo da tempo, oggi lo dichiara la Corte Costituzionale. Anche a Cremona, da oggi, dunque, potremo iniziare a registrare all’anagrafe le figlie e i figli delle coppie di sesso diverso. Un procedimento che era già iniziato tempo fa ed era stato interrotto a causa di provvedimenti di un governo che su questo tema si è sempre approcciato in modo reazionario quando non omofobo.

“Potremo dare finalmente un riconoscimento giuridico alle famiglie che sono già famiglie perché le tiene insieme l’amore, il loro progetto di vita. Potremo finalmente riconoscere le madri per quello che sono: madri, anche se non biologiche. Non ho francamente mai capito quale sia la profonda motivazione che spinge a voler negare ai figli delle coppie di sesso diverso e i loro genitori dei diritti.
Privare o negare qualcuno di un diritto non fa guadagnare nulla, anzi impoverisce la società e la politica, che perdono dignità e rispettabilità.
Ma grazie a chi ci ha creduto, a chi si è battuto, da oggi viviamo in un paese più giusto”.

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