Cronaca

Fiom Cgil: 3 pullman per
Bergamo, in piazza il 20 giugno

La FIOM CGIL di Cremona sarà in piazza a Bergamo giovedì 20 giugno per la manifestazione regionale promossa da FIOM CGIL, FIM CISL e UILM nell’ambito dello sciopero nazionale del comparto metalmeccanico con l’obiettivo di sbloccare il rinnovo del contratto. Dalla nostra provincia partiranno tre pullman della FIOM CGIL.

“Il contratto nazionale dell’industria metalmeccanica – si legge nel comunicato stampa -, scaduto a giugno 2024, riguarda oltre un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori. La trattativa, avviata il 30 maggio dello scorso anno, si è interrotta il 12 novembre e da allora non si è più riaperto alcun confronto vero. La controparte, invece di negoziare sulla piattaforma sindacale, ha presentato una “contro-piattaforma” che mette in discussione il modello contrattuale, con il rischio concreto di non avere più aumenti salariali certi nei prossimi anni”.

“Il valore Ipca 2024 (1,3%) ha determinato un aumento automatico di 27,70 euro mensili per il livello C3 – prosegue la nota stampa -, ma è un importo assolutamente insufficiente. Serve un vero rinnovo, che garantisca un aumento salariale dignitoso in linea con il costo della vita e superiore all’aumento dell’inflazione (280 euro richiesti nella vigenza contrattuale) e che riaffermi la centralità della contrattazione nazionale. Solo in questo modo possiamo tutelare il futuro di metalmeccaniche e metalmeccanici”.

“La trattativa è ferma da più di otto mesi – dichiara Armando Generali, segretario generale della FIOM CGIL di Cremona -. È un attacco al lavoro industriale e alla dignità delle persone. È urgente dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori”.

“In un Paese dove tutto costa di più e i salari restano fermi, difendere la contrattazione collettiva significa difendere la democrazia nei luoghi di lavoro – prosegue Generali – e tutelare chi produce la ricchezza con le proprie mani”.

Sono già 40 le ore di sciopero e il livello di conflitto è il più alto degli ultimi anni. “Il 20 giugno torniamo in piazza perché è il momento dell’unità e della partecipazione attiva – conclude Generali -. Il contratto non è solo una questione salariale: è difesa dei diritti, delle condizioni di lavoro, della dignità delle persone. Senza contratto il Paese si blocca. E noi non ci fermiamo”.

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