Obiettivo Seoul: violini storici
cremonesi in mostra in Corea
Obiettivo Seoul, alla fine di ottobre, per i violini cremonesi nell’ambito del progetto pluriennale che vede protagonista il Laboratorio di Diagnostica non invasiva dell’Università di Pavia presso il Museo del Violino. Il centro di ricerca istituito da Fondazione Arvedi Buschini per lo studio e la diagnosi a fini conservativi degli strumenti antichi, sta predisponendo sotto la guida del direttore prof Marco Malagodi, un percorso espositivo di strumenti musicali storici italiani e coreani, a suggello di una collaborazione avviata da anni con quattro centri di ricerca sud coreani.

Il laboratorio cremonese, dopo essersi aggiudicato un bando di cooperazione internazionale con il Ministero degli Esteri, sta infatti lavorando con i colleghi delle università e dei centri di ricerca coreani “e con loro – spiega Malagodi – abbiamo avviato già da tempo dei progetti di ricerca, di collaborazione e soprattutto di scambio. Studenti e dottorandi coreani sono venuti da noi a specializzarsi all’interno del laboratorio e spero a breve anche studenti e dottorandi italiani potranno andare in Corea per imparare, interagire con i colleghi di quel Paese.
“Siamo al terzo anno di questo progetto internazionale, estremamente importante, che ha consentito di mettere in campo anche la mostra che stiamo organizzando e che si aprirà a fine ottobre a Seoul, dedicata agli strumenti musicali, sia italiani che coreani. È la prima volta in assoluto che si verifica e questo è potuto accadere grazie ad una collaborazione estremamente proficua tra centri di ricerca, abbiamo attivato ben quattro accordi con altrettanti centri e università in tutta la Corea del Sud. Sono molto soddisfatto, anche per le attività e i risultati che stiamo iniziando a pubblicare”. Alla fine di agosto lo stesso Malagodi parteciperà a un convegno nel paese asiatico, uno dei più importanti in tema di scienze applicate ai beni culturali: “I risultati iniziano a vedersi e sono estremamente importanti”.

Il Laboratorio di diagnostica Arvedi prevede come prima attività di ricerca, quella dedicata alle collezioni del Museo del Violino. Contemporaneamente si è aperto ad altre linee di ricerca, ad esempio quella legata agli inchiostri, alla loro caratterizzazione, allo studio degli inchiostri antichi che venivano utilizzati sia per scrivere sia per tingere, ad esempio i filetti dei violini negli intarsi. Il laboratorio sta inoltre lavorando molto anche sulle superfici policrome, sui colori, sui pigmenti, sui coloranti e in questo caso c’è una forte collaborazione con altri soggetti come il Museo archeologico di San Lorenzo.
E poi ci sono altre linee di ricerca: sulle vernici, sui materiali (per esempio lo studio delle pergamene), sui libri antichi. Si stanno studiando gli scritti di Alessandro Manzoni con l’obiettivo di capire meglio le cancellature che il grande scrittore effettuava sulle postille che metteva al lato dei libri, per arrivare a poter leggere quelle scritte che sono state cancellate.
L’integrazione tra conoscenze scientifiche e discipline umanistiche è alla base dell’unicità del Laboratorio: “Spesso – ancora Malagodi – gli umanisti parlano linguaggi differenti dagli scienziati. Qui noi forniamo degli strumenti agli storici, ai filologi, agli storici dell’arte, che sono i risultati delle nostre analisi, aiutandoli a investigare meglio e poi a correlare dati e informazioni”.

I contatti con gli scienziati coreani hanno offerto in questi anni ai ricercatori e ai dottorandi transitati dal Laboratorio Arvedi la possibilità di osservare metodiche diverse: “Direi che c’è una differenza culturale – afferma il professore -. I colleghi coreani nell’attività di ricerca puntano ad acquisire molti dati, molte informazioni e poi vanno a ‘pescare’ all’interno di questo ‘mare di informazioni’ i risultati più importanti, anche con sistemi abbastanza elaborati come le intelligenze artificiali. In pratica accumulano le informazioni per poi operare delle selezioni all’interno di esse. In Europa lavoriamo in modo diverso, siamo molto più finalizzati: noi partiamo da una ricerca e cerchiamo di raggiungere direttamente un risultato, quindi escludiamo altre parti delle attività e cerchiamo di raggiungere il risultato che ci siamo prefissati”.
Giuliana Biagi
