Cronaca

Stranieri senza cittadinanza
coronano il loro sogno

Giovani, stranieri e senza cittadinanza sono riusciti a vincere gli ostacoli burocratici e la sfiducia verso la loro origine con tanta passione e spirito di sacrifico. Laurentiu Strimbanu, moldavo di 22 anni e Teofil Sanduleac, rumeno di 23 anni, hanno appena inaugurato la loro attività a Ripalta Cremasca. Per ora è solo una passione ma la speranza è che si trasformi in un vero lavoro.

Laurentiu Strimbanu e Teofil Sanduleac

“Com’è nata questa idea?”
“Per scherzo, sono sincero, per scherzo – ci spiega Laurentiu Strimbanu nel capannone da poco inaugurato-. Ci siamo trovati al bar, avevamo 18-19 anni e abbiamo deciso di prendere un’auto che aveva  il motore fuso e abbiamo detto proviamo, la prendiamo, la sistemiamo e cerchiamo di rivenderla”.
“Esattamente – prosegue Teofil Sanduleac – facciamo vendita di auto usate, un po’ di noleggio e comunque ricerchiamo anche la macchina più adatta al cliente”.

Una bella storia di integrazione che racconta di come la determinazione, il coraggio e la pazienza superino ogni ostacolo, anche quello di essere giovani, stranieri e senza la cittadinanza italiana. Laurentiu Strimbanu, detto Lory e Teofil Sanduleac, detto Teo, sono due giovani nati in Moldavia Lory,  in Romania Teo, ma venuti in Italia in tenera età, tanto da completare l’intero ciclo di studi scolastici nel bel paese.
Alla fine delle scuole superiori hanno deciso di assecondare la loro passione, le auto ed avviare un’attività. Dopo tre anni, lavorando sodo, ora hanno 22 e 23 anni, hanno finalmente inaugurato il capannone a Ripalta Cremasca dove si occupano di compravendita di auto usate.
Passione e spirito di sacrificio, ma anche tanti ostacoli da superare, tra cui non avere la cittadinanza italiana che moltiplica le difficoltà, non solo burocratiche.
“Sì, non è stato facile, – ci racconta Lory-  non perché siamo stranieri o perché siamo giovani, ma più per il mix, perché giustamente quando arrivano ragazzi di 19 anni senza cittadinanza, senza garanzie, comunque extracomunitari ed è difficile fidarsi.
A volte lo posso anche capire e questo, a volte, ci ha messo i bastoni tra le ruote e a 19 anni un po’ di porte chiuse in faccia le abbiamo ricevute, non è sempre stato facile accettarlo”. Attualmente entrambi si mantengono con altri lavori, ma nel futuro sperano di trasformare il loro sogno in realtà, la passione in lavoro vero e proprio.
“Questo intanto è il primo obiettivo. – conclude Lory – Poi c’è sempre l’obiettivo di crescere sempre di più”! “Crescere sempre di più in questo ambito- gli fa eco Teo – e magari portarmi a casa il pane un giorno”.

Sabrina Grilli

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