Cronaca

Moglie massacrata: "Il mio corpo?
Era un livido dalla testa ai piedi"

Secondo il suo legale, la donna poteva finire "nel tragico elenco del 25 novembre come vittima di codice rosso"

Il tribunale di Cremona

Un occhio nero, sul volto i lividi provocati dalla violenza, sulla fronte un taglio permanente dovuto ad un tagliere che il marito le aveva lanciato addosso. “Ero tutta nera da capo a piedi, quando andavo a lavorare in negozio mi mettevo le maniche lunghe per non farmi vedere dalle clienti perché mi vergognavo”. E’ la sofferta testimonianza di Angela (nome di fantasia), una 40enne dell’Est Europa che oggi in aula ha raccontato il suo calvario. Il marito, un connazionale di 45 anni, è accusato di maltrattamenti e di lesioni.

I due si erano conosciuti e sposati nel loro paese, poi si erano trasferiti a Cremona. Diciannove anni di matrimonio e due figli maschi, oggi di 12 e 19 anni. Una unione, però, costellata da episodi di violenza. “Mi ha spaccato il naso due volte”, ha raccontato la donna. “Mi ha dato calci, pugni, quasi sempre alla presenza dei nostri figli, mi trattava come una schiava, non voleva che uscissi, mi ha tagliato le scarpe e i vestiti, mi lanciava le cose, mi ha controllato e manipolato per tutta la vita”.

In aula, la 40enne ha raccontato che il marito, che non lavorava, tornava tardi ed era spesso ubriaco. Ed erano continue discussioni. “Quando gli chiedevo dove fosse stato erano botte”. Nel settembre del 2022, dopo l’ennesima lite, lui, che stava cucinando, le aveva scagliato addosso un tagliere di plastica che l’aveva colpita sul volto, provocandole la frattura delle ossa nasali. “Lì ho capito che la mia vita era in pericolo e sono scappata”, ha raccontato la donna, che si era presentata in ospedale.

Sono scivolata”, aveva riferito alla dottoressa, che si era accorta dei lividi sul corpo per le botte dei giorni precedenti. “Lei non è scivolata”, aveva replicato il medico, e a quel punto lei aveva ammesso. “Ma non ho voluto che si scrivesse nulla perché avevo paura”, ha raccontato la vittima, che dalla dottoressa aveva preso un bigliettino per contattare un centro antiviolenza.

“Quando ho visto che mio marito non la smetteva, allora sono andata a denunciarlo”. A novembre del 2022 l’uomo era andato via di casa. “Ma andava e veniva, mi minacciava e mi picchiava”, ha riferito la donna. Ad una delle aggressioni aveva assistito anche la baby sitter. Era stata quest’ultima a chiamare i carabinieri.

Le discussioni tra i due scoppiavano anche questioni di economia familiare. “La casa è stata un regalo dei miei genitori, loro mi hanno aiutata”, ha spiegato la 40enne, laureata in Economia e Commercio, ma mio marito non lavorava e io volevo rimettermi in gioco”.

Nel 2018 la donna era riuscita ad aprire un suo negozio di parrucchiera. Nel febbraio del 2023 lui l’aveva raggiunta e aveva cominciato a dar pugni alla vetrina. “Ha rotto il vetro, è entrato e ha spaccato tutto”, ha ricordato Angela, che era riuscita a uscire e a correre dai carabinieri.

L’imputato avrebbe avuto anche una relazione extraconiugale, un fatto su cui la difesa ha molto puntato. “Ha avuto tante relazioni”, ha raccontato la vittima. “Questa cosa, però non mi pesava. Io volevo solo che stesse con i suoi figli. Nei confronti della 40enne, l’imputato ha la misura del divieto di avvicinamento. “Una misura che continua a non rispettare“, ha fatto sapere l’avvocato di parte civile Alessandra Casula, che ha commentato: “la mia assistita poteva finire nel tragico elenco del 25 novembre”. 

Oggi è stato sentito anche il maggiore dei figli della coppia. Il 19enne ha confermato le accuse mosse dalla mamma. Altri testimoni saranno invece sentiti nell’udienza del prossimo 4 novembre.

Sara Pizzorni

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