Cronaca

QRCode anche a casa dell'acqua
sulla "Vento". La polemica

C’è maretta per l’introduzione del QRCode (che identifica i clienti di Padania Acque, ossia i residenti della provincia di Cremona con una utenza attiva) anche nella “Casa dell’Acqua” di Gerre de’ Caprioli, sull’argine maestro in corrispondenza della discesa verso il Mento. Crocevia di percorsi ciclabili, dove da luglio non è più possibile riempire la borraccia se non si fornisce il codice che identifica l’utenza. Una scelta che Padania Acque, accogliendo le richiese dei sindaci, ha introdotto da qualche tempo modificando tutte le case dell’acqua della provincia, per porre un freno ai prelievi eccessivi di chi proveniva anche da fuori territorio per riempire decine di bottiglie per volta.

I costi dell’acqua vengono infatti ripartiti sulle utenze cremonesi ed erano stati gli stessi sindaci azionisti di Padania Acque a chiedere delle limitazioni. Questo però si scontra con le esigenze del cicloturismo, attività consolidata in tutta Europa e in ascesa anche a Cremona – e quella Casa dell’Acqua si trova proprio lungo il percorso della ciclovia Vento che sul cremonese ha già visto importanti interventi infrastrutturali.

Sulle necessità di un cicloturismo dotato di servizi adeguati (rifornimenti d’acqua, ma anche colonnine multiservizio) fa leva Filippo Bonali, responsabile area tecnica di Fiab e tra i fondatori di Beega Cycling Tour che propone bici a noleggio, itinerari e tour guidati, uno degli interlocutori privati che fanno rete con il Comune per incentivare il turismo a Cremona.

“Già da tempo – afferma –  avevo sollevato con vari amministratori, su vari tavoli, e tanto più con la DMO nascente che si deve occupare del cicloturismo –  l’esigenza di poter consentire piccoli prelievo d’acqua, giusto per riempire una borraccia quando si incontrano queste case dell’acqua, anche perché ce n’è una in ogni comune”.

“Ci domandiamo se si possa implementare il software di Padania Acque in modo da poter consentire questo servizio, anche a pagamento per chi ne usufruisce.  Le ciclovie funzionano se ci sono i servizi, stiamo cercando di lanciare il cicloturismo, ma sarà difficile  finché non ci sono servizi annessi e connessi attorno alle ciclovie – penso anche a  panchine all’ombra, la colonnina multiattrezzi funzionante e non vandalizzata. In Olanda non le trovi le colonnine distrutte, a Cremona ce ne sono 3 o 4 e sono tutte distrutte, l’unica ancora intera è quella all’interno del campeggio”.

Dalla società dell’idrico per ora nessuna risposta risolutiva: il criterio di fondo, fa sapere l’amministratore delegato Alessandro Lanfranchi, è quello di non gravare i contribuenti cremonesi degli utilizzi di chi proviene da fuori e anche i costi delle modifiche tecnologiche dovrebbero essere sopportati da chi si occupa di cicloturismo, non dalla società pubblica i cui azionisto sono i COmuni, quindi la collettività cremonese.

A fare da mediatore tra le due posizioni potrebbe essere il sindaco di Gerre Michel Marchi: “Modificare il software è un percorso complesso probabilmente anche da un punto di vista gestionale per Padania Acque però se i sindaci ravvisano l’esigenza di fare questa richiesta, credo che sia giusto avviare la cosa e io la sosterrei volentieri. In passato ci sono stati tanti abusi nella casa dell’acqua di Gerre, rimasta l’unica nel circondario con prelievi liberi. Per noi non è più stato possibile esonerarci dall’utilizzo del QR code, però capisco la finalità turistica e la condivido”.

Giuliana Biagi

 

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