Condominio "impacchettato":
residenti "prigionieri" in casa
Da quasi tre anni e mezzo il condominio Botania 1, in via Primo Maggio a Cremona, è “impacchettato”: una situazione che costringe le 24 famiglie che ci abitano a subire disagi e pericoli, in quanto sono stati rimossi i parapetti dei balconi e le terrazze sono inagibili.
Tra il condominio e l’ex amministratore, il progettista direttore dei lavori, la ditta appaltatrice e il commercialista che aveva approvato la conformità delle spese, è in corso una guerra giudiziaria.
L’architetto bresciano Paolo Toselli, il perito nominato dal giudice in seguito al ricorso per Accertamento tecnico preventivo disposto dal condominio, ha riscontrato “difformità, vizi e inadempimenti”. Ora la relazione del perito, una documentazione composta da 160 pagine, è stata depositata attraverso il legale del Botania, l’avvocato Nicola Quaini.
Si profila dunque una causa civile promossa dal condominio per chiedere il risarcimento dei danni alla società firmataria del contratto di appalto, Selica Costruzioni di Selica geometra Ervin, alla società Selica Srls “in qualità di materiale esecutrice di tutte o di alcune delle attività ad esso connesse, all’ex amministratore condominiale Carlo Granata, al commercialista Alessandro Zagni e all’ingegner Nicola Caporali, progettista e direttore dei lavori.
Le opere per la realizzazione dello stabile furono terminate nell’ottobre del 2012, ma già a partire dal 2019 le facciate presentavano evidenti vizi e difetti. Nel corso delle varie assemblee condominiali, nel febbraio del 2021 si era deciso di affidare i lavori di ristrutturazione a Caporali, che aveva indicato un costo di 545.975,28 euro e aveva informato i condomini del diritto di beneficiare del Bonus 90% con sconto in fattura. L’assemblea aveva dato il via libera e i lavori avrebbero dovuto iniziare il 29 novembre.
Il 14 dicembre l’amministratore, “in maniera autonoma e senza riferire alcunché al condominio Botania 1, tramite l’utilizzo del fondo straordinario appositamente costituito”, aveva effettuato due bonifici: uno da 48.776 euro in favore della società costruttrice, l’altro, di 10.379 euro, a Caporali, a saldo di una fattura. Nel frattempo l’assemblea aveva il via libera al pagamento delle fatture: una al commercialista, l’altra al progettista “per asseverazione di conformità e visto di congruità previsti dal Dl antifrodi”.
Il 17 marzo del 2022 era stato montato il ponteggio e nei giorni successivi rimossi i parapetti dei balconi che però non erano stati sostituiti subito con quelli nuovi. Secondo i residenti, avrebbero dovuto essere compresi nel costo complessivo, mentre per l’ingegnere occorrevano più di 200.000 euro.
I lavori non erano più ripresi. Nel corso di una delle assemblee, Caporali aveva riferito le difficoltà derivanti dal blocco della cessione dei crediti da parte delle banche ed alla conseguente difficoltà per la ditta di costruzioni di disporre della liquidità necessaria all’acquisto dei materiali.
Sara Pizzorni