Carcere: donati i ventilatori
"Ma sono una goccia nel mare"
Il punto della situazione carceraria di Cremona. Sovraffollamento e mancanza di personale, ma anche corsi e progetti per aiutare i detenuti nel reinserimento sociale
E’ sempre drammatica la situazione nel carcere di Cà del Ferro. Lo hanno riscontrato ancora oggi nel corso della loro visita gli avvocati della Camera Penale di Cremona e Crema “Sandro Bocchi” con la presidente Micol Parati e i colleghi dell’Osservatorio Carceri dell’Unione nazionale Camere Penali. Erano presenti Cristiana Speroni, Laura Negri, Francesco Cogrossi, Paolo Sperolini, Andrea Vigani e i praticanti legali Michele Ferranti e Luigi També.
La situazione attuale vede la presenza di 552 detenuti, di cui 338 stranieri, per la gran parte marocchini, a fronte di una capienza regolamentare di 384 posti effettivi per un penitenziario sotto organico di personale come è quello di Cremona. Con l’arrivo di tre nuovi assistenti, il numero sale a 117, con due commissari e 18 ispettori, ma non è sufficiente per far fronte ad una presenza così massiccia di detenuti, il cui numero rischia di crescere ulteriormente. Cinque gli educatori. Ognuno deve gestire una media di 150-160 detenuti.
Nell’anno in corso si è registrato un suicidio, 25 tentativi, 190 atti di autolesionismo, nuovi episodi di accumulo farmaci, 72 episodi di danneggiamento e 17 detenuti in isolamento disciplinare.
La visita di oggi è stata anche l’occasione per verificare l’avvenuta installazione di 80 nuovi ventilatori da parete consegnati una settimana fa grazie al ricavato raccolto dalla cena autogestita “Il penalista goloso” organizzata lo scorso 14 aprile dai penalisti.
“L’anno scorso abbiamo sostenuto i nuovi corsi di falegnameria già attivi nel penitenziario”, ha spiegato la presidente Parati. “Sulla falegnameria c’è un accordo con la Caritas e con il Comune per i quali stanno facendo dei lavori, anche se purtropp, si sta ancora cercando un partner commerciale che possa farli lavorare dall’interno.
Quest’anno, invece, abbiamo deciso per l’acquisto dei ventilatori in seguito alla nostra visita in carcere nell’agosto dello scorso anno. Il caldo era davvero insopportabile. I nuovi ventilatori sono in corso di installazione. Saranno collocati nelle aree comuni, nella biblioteca, nelle sale di socialità e di fronte alle celle. Per ora coprono il fabbisogno necessario. Nonostante gli sforzi, però, la situazione è drammatica. Noi dall’esterno siamo una goccia nel mare. Serve un intervento molto più strutturale e sistematico“.
I rappresentanti della Camera Penale e i colleghi dell’Osservatorio hanno poi visitato l’unica sezione aperta dei detenuti protetti, coloro che hanno dimostrato un alto rendimento e che sono destinati al lavoro esterno, e la sezione dei comuni.
“Nella sezione aperta”, ha spiegato la presidente Parati, “è possibile lavorare all’esterno coltivando gli orti, e nel contempo sono stati organizzati diversi corsi: pizzaiolo, arboricoltura, orientamento al lavoro, archivio digitale, un corso di arte in cui i detenuti dipingono le pareti dei corridoi del carcere, e poi corsi di scacchi, di tennis da tavolo, progetti di arte terapia, pet-therapy e anche un corso per la genitorialità con un trattamento specifico in partenza per il sex offender.
Inoltre sono in corso progetti di mediazione e contatti con l’area sanitaria affinchè i medici specialisti possano recarsi in carcere per le visite o per attivare la telemedicina. Tornando ai corsi, purtroppo c’è anche chi è escluso: si tratta di quei detenuti che hanno una pena detentiva breve e che non hanno la possibilità di essere inseriti in un programma. Anche qui bisognerebbe trovare una soluzione”.
Sara Pizzorni