Dazi, scenari foschi per export vino
Decordi: "Tutta la filiera soffrirà"
Dopo l’accordo del 27 luglio, è stata confermata l’aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Brutte notizie per l’acciaio e l’alluminio, su cui grava ancora una tariffa del 50%, che da lunedì scorso colpisce anche le parti metalliche di oltre 400 prodotti che vanno dalle moto ai passeggini. Non ci saranno esenzioni per vini e alcolici, cosa su cui puntavano i produttori italiani e francesi, anche se la trattativa resta aperta.
Un brutto colpo per il mercato, come ci dice Quirico Decordi, vicepresidente della Federazione Nazionale Commercio e Industria dell’Unione Italiana Vini, titolare di una storica azienda di Motta Baluffi, che commercializza vino in 60 paesi del mondo. “Questi dazi – afferma – sicuramente vanno ad infierire su questo mercato, che è un mercato florido, fiorente per tutta l’Italia”.
I prolemi non riguardano solo le esportazioni verso gli Usa: “Anche tutto il nostro vino che va in Russia subisce sanzioni incrementali ogni sei mesi: aumentano le sanzioni per cui anche i russi sono in difficoltà e per noi Russia è un mercato importante. America e Stati Uniti sono comunque il più importante mercato internazionale per i vini italiani.”
Scelte in passato pesanti e costose hanno portato Decordi a diversificare per non avere mai percentuali troppo alte per nessun cliente e nessun paese. . Oltre agli Stati Uniti, altri mercati importanti per l’export italiano dei vini sono Regno Unito e Germania, ma anche in questi casi la situazione è difficile: “Il Regno Unito è uscito dalla Unione europea e quindi anche lì ci sono problemi; la Germania dal canto suo è in una crisi nerissima per cui fa molto fatica”.
Insomma scenari di crisi alla vigilia di una vendemmia da 50 milioni di ettolitri di vino. “Con una giacenza pregressa notevole, considerevole – conclude Decordi – ci si aspetta un crollo del costo della materia prima vino in Italia, con ripercussioni nei confronti dei viticoltori e di tutta la filiera”.
Giovannni Palisto