Cronaca

L'ultimo saluto a Agata,
rose bianche e commozione

La funzione nella chiesa di San Sebastiano mercoledì mattina

I funerali di Ilaria Ottardi nella chiesa di San Sebastiano a Cremona (fotogallery StudioB12)

Rose bianche, fiori rosa e una strana incredulità, nel giorno dell’ultimo saluto ad una figlia, una collega, un’amica.
Mercoledì, in una piovosa mattinata di fine estate che sa già di autunno, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano a Cremona si sono celebrate le esequie di Ilaria Ottardi, donna di 42 anni che lo scorso lunedì ha perso la vita in un tragico incidente stradale.

Ilaria – Agata all’anagrafe – dipendente dell’azienda ospedaliera di Cremona, era alla guida della sua Lancia Ypsilon mentre stava percorrendo la via Giuseppina per portare medicinali all’Ospedale di Casalmaggiore; subito dopo il cavalcavia alle porte della città il mezzo ha invaso la corsia opposta, schiantandosi contro un camion in arrivo. I soccorsi sono stati immediati ma per la donna non c’è stato nulla da fare.

Ad accogliere il corpo senza vita di Ilaria, una chiesa gremita; sono stati tanti infatti coloro che sono arrivati per partecipare ai funerali, celebrati da Don Massimo Calvi, e per stare vicino ad Antonietta, la mamma di Ilaria. Tra loro, parenti, amici, colleghi e un piccola rappresentanza del gruppo di anziani che la donna portava quotidianamente al centro diurno.
Un momento straziante e incomprensibile, come ricordato anche durante l’omelia da Don Calvi.

“Dal profondo a te grido, o Signore: penso che queste poche parole interpretino pensieri, sentimenti, stati d’animo, che ciascuno di noi a diverso titolo ora prova – ha commentato il sacerdote -. Penso alla mamma Antonietta: perdere la figlia, perderla in modo così tragico, ci ferisce nel profondo. Sono ferite che umanamente facciamo fatica a rimarginare. Però, questa profonda ferita che portiamo nell’anima ci fa aprire ad un nuovo orizzonte, l’orizzonte di Dio. Tutti noi, viviamo la nostra esistenza sentendoci padroni della nostra vita: programmiamo le nostre giornate, i nostri incontri; questo ritmo incalzante non ci permette di renderci conto che la vita di tutti noi è appesa ad un filo, di cui non siamo padroni“.

“Non sappiamo esattamente cosa può essere avvenuto – ha proseguito -. Forse una distrazione, forse un piccolo o grande malessere, forse solo la fatica: basta un niente perché la nostra vita si spezzi. Di questa realtà noi dobbiamo fare tesoro: oggi Ilaria ci ricorda la precarietà della nostra vita. Ma accanto a tutto ciò, alle molteplici situazioni inaspettate, il Signore ci apre un orizzonte di vita”.

“Dio tiene nelle sue mani tutta la nostra esistenza: non solo quella terrena – ha concluso – ma anche e soprattutto la vita oltre la vita. Ora Dio raccoglie le forze di quell’anima che lui stesso ci ha donato per farla vivere con sé. Cara Antonietta, non sia turbato il vostro cuore, non si perda la prospettiva della fede verso una vita eterna”.

Al termine delle esequie, il feretro di Ilaria è stato trasportato al cimitero di Cremona.
Andrea Colla

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