Attaccata dagli animalisti per un
video su fb. "Ma non fu diffamata"
Accusata di maltrattare i suoi cani, Freedom, un meticcio di 14 anni, e Green, un pitbull all’epoca di due anni, aveva vissuto momenti di angoscia, soprattutto quando qualcuno, per due settimane, le aveva gettato davanti a casa verdure marce, banane, uova e pomodori. Tutto per colpa di un video che nell’aprile del 2019 era stato postato su facebook. “Se c’è una che ama gli animali sono io”, aveva detto Arianna, che aveva testimoniato al processo contro Fabio, il suo ex vicino di casa, che aveva pubblicato il video, e contro Ilaria, 51 anni, entrambi accusati di averla diffamata.
Ieri entrambi gli imputati sono stati assolti “perchè il fatto non sussiste”. Il pm onorario aveva chiesto una multa come condanna, ma il giudice non ha ritenuto la sussistenza della diffamazione.
“Adesso sono tranquilla, ma mi sono fatta il sangue amaro, perché tu cerchi di fare qualcosa di buono e guarda dove finisci“, ha commentato Ilaria, che da quel giorno non commenta più nulla su facebook. “Non vado più nemmeno a vedere un animale, mi spiace, ma mi volto dall’altra parte”.
Nel video di Fabio era stato ripreso il cortile dell’abitazione dove c’erano i due cani descritti come maltrattati. “Questa è la situazione in cui vivono questi due cani”, si leggeva nel post dell’imputata: “Fango, senza acqua e senza cibo. Un riparo per entrambi e senza nemmeno una tettoia per ripararsi dalle intemperie. Piangono e abbaiano alla porta per chiamare qualcuno (che però non si vede mai). E’ stata fatta una denuncia alla polizia locale che spero riesca a risolvere questa situazione”.

Un post che aveva innescato una serie di commenti e di insulti contro la padrona degli animali. “Stavo tornando a casa da un week end in Toscana”, aveva spiegato Arianna, “quando mi sono arrivati dei messaggi di amici che mi segnalavano questo post su facebook dove c’era un video del mio giardino e della mia casa e dove si sosteneva che io maltrattassi i miei cani. Sono andata nel panico. Mi aveva anche chiamato l’amministratore del mio condominio perchè la polizia municipale mi stava cercando insistentemente”.
“Se c’è una che ama gli animali sono proprio io”, aveva ripetuto Arianna, che in quel periodo viveva con il compagno e i figli. “Ho salvato io quei cani da situazioni terribili e ci siamo trasferiti appositamente in una casa con giardino proprio per loro. Il pitbull era un cane problematico, mi distruggeva casa e quindi lo abbiamo abituato a stare fuori. La ciotola dell’acqua c’è sempre stata, ma Green la buttava sempre all’aria, mentre il meticcio di notte entrava in casa”.
Arianna non aveva voluto rimettere la querela. “Questa cosa mi ha devastata, all’epoca avevo anche una bimba piccola. E’ stata una situazione che mi è pesata davvero tanto”. La donna aveva ricevuto anche la visita di una veterinaria dell’Asl. “Era venuta a controllare, ma ha visto che i cani stavano bene”.

Ilaria è finita a processo per diffamazione era passata davanti alla casa per controllare la situazione. Quel giorno, però, Arianna non c’era. C’era il suo convivente che l’aveva vista e ci aveva parlato. La donna era stata fatta accomodare in casa e aveva visto che i cani stavano bene.
“Non ho scritto, nè fatto nulla di diffamatorio nei confronti della signora”, aveva già detto l’imputata. A processo era assistita dagli avvocati Luca Curatti ed Enrico Moggia. “Se guardiamo i commenti riferibili alla nostra assistita”, ha sostenuto la difesa, “non sono che un mero racconto di circostanze vere, confermate dai sopralluoghi della polizia locale e dall’ispezione dell’Ats Val Padana, che ha rilevato una situazione di incuria in cui si trovavano gli animali. Nel commento non vi è alcuna arbitraria lesione dell’altrui reputazione”.
Il vicino di casa, invece, era rappresentato dall’avvocato Roberto Maria Dall’Olmo. “In quel video non c’era alcuna intrusione nella vita privata e nessun elemento che facesse ricondurre all’abitazione“, ha spiegato il legale. Il mio cliente ha preso visione di una situazione evidente, ma facendo una denuncia del tutto generica”.
Sara Pizzorni