Cronaca

Badante cremonese morta a
Dalmine: la famiglia vuole risposte

L'autopsia sarà effettuata lunedì 13 ottobre. Conferito l'incarico al medico legale

Sarà effettuata il 13 ottobre alle 11, presso la camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, l’autopsia sul corpo di Renata Bossi, la badante cremonese di 60 anni trovata morta lo scorso 3 ottobre a Dalmine, in provincia di Bergamo, nella camera da letto della villa di due coniugi per i quali da circa un mese prestava servizio per assistere due persone fragili della famiglia. Sul decesso della donna, la procura di Bergamo ha aperto un’indagine con l’ipotesi di accusa di morte come conseguenza di altro delitto.

Come consulente, la procura ha nominato il dottor Matteo Marchesi, primario di Medicina legale dell’ospedale di Bergamo, che si è preso 90 giorni di tempo per presentare i risultati. Lo affiancherà il dottor Michele Fiorentino, fino al primo settembre medico legale dell’ospedale di Cremona, nominato dalla famiglia della 60enne: Erica e Giuseppe, 39 e 25 anni, figli della badante, rappresentati dall’avvocato Marilena Gigliotti, e l’ex secondo marito della donna assistito dall’avvocato Antonio Maestrini.

L’avvocato Gigliotti

L’esame autoptico accerterà le cause del decesso. Sulla vicenda, gli avvocati della famiglia mantengono riserbo per la delicatezza dell’indagine. I familiari sono molto provati da quanto accaduto e sono in attesa di conoscere la verità. Per loro sono giorni di apprensione. Da quanto si è potuto apprendere, la 60enne era in salute, l’umore era buono, anche se aveva espresso preoccupazioni sul lavoro che stava svolgendo nell’abitazione di Dalmine, tanto che aveva intenzione di andarsene, lamentandosi che non le avevano fatto il contratto. Avrebbe lasciato quella casa proprio il 3 ottobre.

 

La salma della Bossi è stata bloccata dal pm Carmen Santoro in seguito alla querela sporta contro ignoti in Questura a Cremona dai familiari per le “troppe stranezze” relative al decesso: Renata è stata trovata morta sul letto rifatto nonostante avesse dormito lì la notte, non indossava il pigiama ed era vestita di giorno. E poi quelle strane ecchimosi sul corpo. Al suo legale la donna aveva parlato di “vessazioni”. Ora la famiglia vuole vederci chiaro. Tutte le ipotesi sono aperte.

Sara Pizzorni

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