La tecnologia strumento a servizio
dell’uomo: incontro in Cattolica
Un seminario all'Università Cattolica ha esplorato come la tecnologia, attraverso il robot Liffo, possa coesistere con i valori tradizionali della cucina. Delsante e don Tolomelli hanno guidato il dibattito.
La tecnologia può restare un fattore umanizzate? A servizio cioè dell’uomo e non viceversa? Un tema per nulla semplice, che ha legato aspetti teologici, scientifici e filosofici quello che ha coinvolto, in Università Cattolica, una sessantina di studenti e studentesse del corso di teologia in lingua inglese, iscritti alla magistrale in Agricultural and food economics, Consumer behaviour e Food processing.
Il seminario ha visto la partecipazione di Massimiliano Delsante, Ceo di Robomagister, da cui ha preso vita Liffo, il primo robot da cucina che, grazie all’intelligenza artificiale, è completamente automatico. Di qui la domanda che si sono posti i partecipanti al seminario, introdotto da don Matteo Tolomelli, professore di Teologia in Università Cattolica.
Come è possibile, si sono chiesti studenti e studentesse, coniugare la cucina, simbolo per eccellenza in Italia di valori e tradizioni, con un robot che rappresenta artificialità e innovazione? Alle possibili risposte attorno agli effetti positivi e ai rischi legati allo sviluppo della tecnologia, ha ruotato il dibattito tra studenti che ha anticipato l’intervento di Delsante e di Giorgia Spigno, professoressa quest’ultima di Food Science and Technology in Università Cattolica.
Al Ceo della start-up che ha ideato Liffo il compito di ripercorrere la sua storia di imprenditore di successo che, dopo 30 anni nel settore information communication and tecnology, ha inventato un’azienda acquistata dal colosso IBM. “Avrei potuto ritirarmi in pensione e pensare alla famiglia – ha raccontato Delsante agli studenti – ma ho deciso di reinvestire in Italia puntando su giovani talenti”.
Il risultato sono tre start-up di cui una ha generato il robot da cucina che, grazie all’intelligenza artificiale, è completamente automatico, in grado di autogestirsi in base a quanto viene programmato dal proprietario. Un particolare questo che lo differenzia da altri prodotti presenti sul mercato, i quali necessitano dell’assistenza umana.
Un passo verso la completa spersonalizzazione della cucina, e più in generale un altro tassello che avvalora la tesi di chi vede nell’innovazione un mezzo per l’estromissione dell’essere umano dal suo ruolo di protagonista della creazione? No se, come ha ricordato don Tolomelli, il filo conduttore resta ciò che è scritto nel celebre passaggio della Bibbia (Genesi 2:15): “il Signore prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse”.
“Coltivare e custodire la Terra – ha detto don Tolomelli – significa che gli esseri umani hanno un compito nella creazione divina, un obiettivo da compiere. Coltivare è lo spazio per la creatività e l’ingegno umani, mentre custodire sottolinea che c’è qualcosa che precede l’uomo, che gli è stato dato e che vale la pena di conservare”.
La tecnologia quindi come strumento che l’uomo utilizza per compiere la sua missione di custode del pianeta. “La Bibbia – ha concluso don Tolomelli – assegna a voi studenti un compito da portare a termine attraverso la vostra passione e il vostro talento, senza dimenticare tutti gli aspetti che ciò comporta, anche quelli dei più vulnerabili”.